Mozioni del Consiglio Generale AGESCI

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Mozioni 1978versione stampabile



Mozione 1/1978 "Relazione del Comitato centrale"

Bedonia 1979; Chiesa; Diarchia; Iter formativo; Missione dei laici; Obiettivi educativi; Presenza nel territorio; Relazione Comitato Centrale; Route Nazionale Comunità Capi; Valori di riferimento


 

Il Consiglio generale ha preso atto della relazione del Comitato centrale e dei contenuti emersi dal successivo dibattito.

L’analisi che viene premessa deve essere tuttavia integrata dall’esame dei gravi fatti, avvenuti dopo la stesura della relazione medesima, che hanno reso ancora più instabile la situazione politica, esasperata la tensione alla violenza, accentuato un clima di incertezza e di paura, favorita la tendenza verso atteggiamenti qualunquistici di sfiducia e disimpegno.

Il Consiglio generale non può esimersi dal prendere chiaramente coscienza di tutti i problemi emergenti sino alle loro estreme conseguenze, memore dei fatti storici che, con la repressione della libertà, portarono allo scioglimento della stessa associazione. Ritiene peraltro che, nonostante questa situazione, le tensioni ed aspirazioni del mondo giovanile siano dirette ad un cambiamento positivo e si pone quindi nei confronti dei giovani in un atteggiamento di sostanziale fiducia.

Il Consiglio generale rileva inoltre che negli ultimi tempi si è venuta sempre più manifestando una larga convergenza dell’associazione verso comuni valori ed obiettivi. Ciò consente di rifiutare quegli atteggiamenti di difesa e di chiusura che si vanno invece diffondendo in altri ambienti, dando al contrario ampio spazio allo sviluppo di fermenti e di idee. Solo la costante attenzione a queste istanze rende possibile un intervento educativo valido. Il Consiglio generale sottolinea quindi come prioritario l’impegno in tal senso delle strutture associative a tutti i livelli.

Tutto ciò premesso, il Consiglio approva la relazione del Comitato centrale e gli indirizzi generali di lavoro da essa proposti.

Per meglio precisarli e caratterizzarli fa proprie le conclusioni cui sono pervenute le commissioni di studio su presenza ecclesiale, branche L/C, E/G e R/S, partecipazione della donna e Route nazionale delle Comunità capi, quali espresse dai documenti allegati. (Il lavoro sulla presenza sociale non è stato preso in considerazione, perché presentato dapprima al Consiglio generale verbalmente e poi alla commissione conclusiva sotto forma di due documenti contrapposti che vengono inseriti agli atti come spunto di riflessione per l’associazione).

Il Consiglio generale richiede infine al Comitato centrale, per una sempre migliore qualificazione dei capi, l’impegno per:

1.       uno stimolo costante al completamento dell’iter da parte di tutti i capi ed al corrispondente adeguamento quantitativo e qualitativo dei Campi Scuola nazionali in un periodo ragionevolmente breve;

2.       una gestione della prossima Route delle Comunità capi, nei diversi tempi di preparazione ed esecuzione, tesa a favorire la responsabilizzazione ed il contributo originale delle singole Comunità capi ed il coinvolgimento delle strutture intermedie.

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Mozione 2/1978 "Presenza ecclesiale"

Chiesa; Comunità Capi; Missione dei laici; Presenza nel territorio


 

Il Consiglio generale riafferma ancora una volta la volontà di appartenere alla Chiesa, non in posizione passiva o di sterile contestazione, ma con la volontà di partecipare alla costruzione del Regno in quanto laici battezzati e quindi popolo di Dio. Peraltro non può non rilevare la difficoltà che incontriamo a fare accettare questo nostro ministero di laici in molte realtà locali, sia per la nostra poca disponibilità ad inserirci in maniera positiva in un più largo discorso di Chiesa locale, sia per la difficoltà da parte dei Vescovi e del clero ad accettare una presenza laica attiva, con una propria metodologia e con una proposta originale.

Consapevoli che tutti i cristiani sono chiamati ad annunciare il Vangelo in quanto battezzati, ma che questo annuncio può essere fatto in modo diverso a seconda dei carismi, affermiamo che il nostro modo di fare catechesi quello di far risuonare l’evangelo all’interno delle esperienze vissute dai ragazzi nelle attività scout che mirano a sviluppare la crescita globale della persona umana, cosicché esse divengano “parabola del Regno”.

Questo ci impegna a maturare continuamente come singoli e come Comunità capi il nostro cammino di conversione e a ricercare i mezzi più adatti a fare l’annuncio di fede, in un atteggiamento di umiltà e carità, che ci deve portare a valorizzare tutti i contributi della comunità ecclesiale locale, nella quale noi e i nostri ragazzi siamo inseriti. Il nostro impegno irrinunciabile deve essere pertanto rivolto a ricercare all’interno delle Comunità capi la presenza di un animatore con una maggiore esperienza di catechesi, sia esso sacerdote, sia esso laico, perché la Comunità capi acquisti sempre più consapevolezza di essere comunità di fede. Chiediamo che tutta l’associazione si impegni ad approfondire il significato della presenza dei laici come portatori di ministeri specifici all’interno della Chiesa.

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Mozione 3/1978 "Branca Lupetti/Coccinelle"

Branca L/C; Metodo scout; Progressione personale; Regolamento metodologico


 

Il Consiglio generale:

a.       approva la relazione delle Branche Lupetti/Coccinelle, sottolineando il grande lavoro effettuato in questo anno;

b.       raccomanda alle Branche i seguenti punti:

1.      che il risultato del lavoro sul metodo sia frutto di collaborazione e confronto con le altre Branche per una continuità educativa;

2.      che i documenti elaborati abbiano maggiore diffusione e che vi sia più attenzione nell’ascolto di critiche da parte di Capi, promovendo iniziative di animazione per educare alla partecipazione;

3.      che si giunga al più presto alla formulazione organica della Proposta metodologica unificata (come richiesto dal Consiglio generale 1977) fissando tempi e modi della sperimentazione e fornendo opportuni sussidi tecnici;

4.      che si offra a Capi più adulti la possibilità di servizio nelle Branche.

c.       a proposito del documento sulla progressione personale, così come è sintetizzato nella relazione, viene approvato in linea di massima e deve essere diffuso con tutti i documenti che ne costituiscono gli allegati.

Questa approvazione costituisce il lancio di tutto il materiale illustrativo elaborato per un confronto reale, il più ampio possibile, con i Capi delle Branche, confronto aperto a contributi da parte di tutti.

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Mozione 4/1978 "Branca Esploratori/Guide"

Branca E/G; Iter formativo; Pattuglia nazionale; Regioni; Regolamento metodologico


 

Il Consiglio generale prende atto del lavoro svolto dalle Branche E/G, soprattutto per quanto concerne la Proposta Unificata e le invita a proseguire attenendosi a questi indirizzi:

Proposta Unificata.

Le Branche tengano presenti tutti i contributi critici pervenuti ed in particolare i dati emersi dalle recenti Routes, cercando altresì di coinvolgere ancora le Regioni nell’elaborazione critica e propositiva, in modo da giungere entro il Consiglio generale 1979 a formulare una Proposta metodologica meditata ed efficace, ma soprattutto chiara e facilmente recepibile da quanti lavorano nelle unità.

Predispongano inoltre, sin d’ora, i mezzi necessari perché i contenuti della Proposta Unificata non restino confinati in un documento teorico, ma vengano ribaditi e riproposti attraverso tutti i canali associativi, in modo da divenire un reale patrimonio metodologico-pratico.

a.        Gestione delle Branche.

Sembra opportuno che le Branche migliorino il livello di collaborazione fra la Pattuglia nazionale e gli Incaricati regionali:

-    coinvolgendo maggiormente gli Incaricati regionali;

-    facendo pervenire notizie, informazioni e documenti in tempo utile per le riunioni;

-    stimolando particolarmente quelle Regioni che hanno più difficoltà di partecipazione.

b.        Dinamica delle Branche.

Poiché la Proposta Unificata rappresenta una linea dì tendenza metodologica e non una codificazione statica, le Branche seguiranno costantemente l’evoluzione dei problemi a livello di unità, ragazzi e capi, tracciando un quadro della situazione attuale, evidenziandone gli aspetti più significativi, chiarendone le disfunzioni, recuperandone le esigenze.

c.        Rapporti con la Formazione capi.

Soprattutto in vista della trasmissione dei valori contenuti nella Proposta Unificata, le Branche intensificheranno i rapporti con la Formazione capi per una adeguata preparazione dei campi scuola, sia per quanto concerne il loro numero, sia per la composizione e preparazione degli staff.

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Mozione 5/1978 "Branca Rovers/Scolte"

Branca R/S; Educazione alla fede; Metodo scout; Presenza nel territorio; Regioni; Servizio


 

Il Consiglio generale ascoltata la relazione delle Branche e le indicazioni della Route nazionale capi Clan/Fuoco e Maestri dei Novizi, le approva e propone queste ulteriori osservazioni: si ribadisce in primo luogo l’impegno delle Branche R/S a rispondere alle attese dei giovani con una precisa proposta di metodo e di valori.

Un rapporto corretto fra l’uomo e il creato, un impegno di servizio gratuito e volontario, una presenza attiva nella propria realtà come uomini e donne di pace e l’essere partecipi al cammino del Popolo di Dio, vissuti nella Comunità R/S, costituiscono il nucleo fondamentale della Proposta delle Branche ai giovani.

Per poter “parlare” a giovani che vivono nella crisi della attuale società, tale proposta educativa deve essere verificata e vivificata nel continuo raffronto e dialogo con il mondo dei giovani. Per far ciò occorre indirizzarsi alla ricerca e alla invenzione di adeguati strumenti di analisi, di partecipazione e di servizio.

Il compito demandato alle Branche è pertanto quello di individuare luoghi ed occasioni di verifica, di confronto e di promozione, di esperienze vissute.

a.       Fin dal primo incontro Capi Clan di formazione e Incaricati regionali per una valutazione della Route nazionale, si dovrà promuovere la diffusione del patrimonio di esperienze concrete presentato dalle diverse regioni negli stands della Route, emerse nel dibattito all’interno dei clan di formazione e analizzati in precedenza anche nei cantieri.

b.       Si dovrà poi proseguire nella riflessione già avviata con gli incontri di catechesi, approfondendo ciò che per le Branche R/S significa “essere chiesa”, con una particolare attenzione ai propri ministeri.

c.       Si dovrà affrontare il problema della partecipazione del ragazzo nel mondo della scuola e del lavoro, e sollecitare una seria ricerca sul ruolo della scuola nella società attuale.

d.       Si dovrà proseguire nella qualificazione delle Branche, stimolando il processo di formazione permanente degli adulti educatori delle Branche. Le Branche sono impegnate ad appoggiare tale progetto (da sviluppare all’interno delle Comunità capi) sfruttando i sussidi metodologici disponibili e creandone dei nuovi (interventi sulla stampa associativa, audiovisivi, collegamenti col settore specializzazioni, ecc.).

e.       Si dovrà, infine, proseguire nel coinvolgimento attivo delle regioni, soprattutto di quelle del mezzogiorno, e nel continuo confronto di queste con la Pattuglia nazionale.

La credibilità della proposta e del ruolo giocato dagli adulti sta nella autenticità della loro testimonianza e nella loro disponibilità al cambiamento.

Essi, ponendosi tra i giovani e la realtà, testimoniano in prima persona la loro scelta di partecipazione e compromissione nella storia come adulti liberi ed attivi, come uomini e donne di speranza e di fede.
 

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Mozione 6/1978 "Partecipazione femminile"

Bedonia 1979; Coeducazione; Comunità Capi; Diarchia; Donne; Route Nazionale Comunità Capi


 

I censimenti di quest’anno hanno evidenziato la preoccupante situazione della parte femminile per quanto si guarda le Capo dell’associazione che si veniva avvertendo comunque già di tempo. Ci riferiamo all’atteggiamento rinunciatario e di delega nelle direzioni di unità, nelle Comunità capi, nei quadri a tutti i livelli, nella poca partecipazione ai momenti di Formazione capi, in definitiva alla scarsa testimonianza di effettiva assunzione di responsabilità paritaria.

Questo impedisce sia la crescita delle Capo, e di riflesso anche dei capi sia, ed è grave, perpetua nei nostri ragazzi e ragazze gli stereotipi di ruolo tradizionali che con la proposta alternativa di coeducazione si volevano superare.

Rileviamo comunque che questa crisi di vocazione al servizio di capo in veste oggi, pur se con minore evidenzi e diversa motivazione, anche la parte maschile. Già in molte regioni questo problema è stato avvertito dalla base, di solito in prima istanza dalle donne che ritengono comunque che debba essere assunto dall’associazione intera.

Pensiamo che il luogo privilegiato per affrontare questo problema siano le Comunità capi per le capo e i capi in servizio in unità, i rispettivi Comitati per i quadri.

La prossima Route delle Comunità capi del 1979 ci sembra l’occasione ideale per verificarci in questo aspetto, con questo itinerario di preparazione (chiediamo che il Centrale se ne faccia carico):

-  da ora a settembre nelle Regioni:

a. si promuova un’analisi delle statistiche regionali con particolari raffronti sul livello di partecipazione all’iter di Formazione capi, sulla condizione civile e lavorativa dei capi e delle capo, sull’età di abbandono del servizio, sulla situazione quadri, sul recupero di ex-capi;

b. si tenti di individuare se nelle singole Branche aspetti metodologici specifici favoriscano o rendano più difficile il lavoro delle capo;

c. si individuino tutte le situazioni familiari per le quali un’offerta dì servizio di sostegno (tipo baby-sitter) sia necessaria;

-  a settembre, nella riunione dei Regionali con il Centrale si confrontino le diverse realtà regionali, si evidenzino gli aspetti comuni, giungendo ad una proposta di riflessione per le Comunità capi;

-  da settembre ad agosto 1979, le Comunità capi avranno modo all’interno del loro progetto educativo sia di riflettere sulla problematica emersa, sia di fare esperienze concrete di modi diversi di vivere insieme la propria specificità di donne e uomini a tutti i livelli nelle unità, nella partecipazione associativa, ecclesiale e sociale.

Tutto questo sarà messo in comune, confrontato e verificato alla Route nazionale Comunità capi dell’agosto 1979.

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Mozione 7/1978 "Route Comunità capi 1979"

Bedonia 1979; Modalità operative; Obiettivi educativi ; Route Nazionale Comunità Capi


 

Tema:

“Scautismo: una proposta educativa per gli anni ‘80”

Periodo:

Agosto 1979 - 5 giorni pieni (3 campo mobile - 2 fisso).

Partecipanti:

La Route è aperta alla partecipazione di tutti i Capi e Assistenti dell’associazione (minimo 19 anni); l’invito è diretto alle Comunità capi perché saranno queste ad impegnarsi insieme nella preparazione alla Route, come comunità di adulti in servizio educativo.

Luogo:

Emilia o Lazio.

Motivazioni:

La Route è un importante momento di incontro e di verifica di quanto l’associazione ha fatto in questi ultimi anni, in vista di progettare quanto deve apprestarsi a fare negli anni futuri.

Gli anni scorsi hanno visto l’Agesci impegnata in situazioni difficili e delicate, e sono risultati particolarmente ricchi per la storia dello Scautismo italiano.

La fusione Agi-Asci, la riflessione sulla coeducazione, l’impegno delle Branche Rovers e Scolte sul tema del “Costruire il proprio tempo”, il ripensamento metodologico delle Branche, il rinnovamento dell’iter di Formazione capi, la riflessione sempre più approfondita sulla catechesi e sulla presenza ecclesiale dell’associazione, la scelta dell’educazione non emarginante, rappresentano tappe significative di un cammino reso difficile anche dalle condizioni sociali esterne che sono state fra le più dinamiche e innovative degli ultimi decenni.

La Route è quindi rivolta alle Comunità capi in quanto è nelle singole realtà locali che il nostro impegno educativo si concretizza; il centro unificante e lo scopo della Comunità capi sono la formulazione, la gestione e la verifica del progetto educativo.

Scopo:

Si tratta ora di fare una sintesi del lavoro fatto, tenendo presente che nella nostra associazione ogni riflessione va riproposta e riconquistata poiché rapido è il succedersi dei Capi, in modo da poter affrontare con serietà e serenità i grandi problemi che gli anni ’80 presentano ad ogni educatore.

Lo scopo più specifico della Route è di fornire attraverso il materiale di preparazione, attraverso l’incontro e lo scambio di opinioni, attraverso i temi affrontati durante il campo, stimoli e strumenti per un sempre miglior lavoro delle Comunità capi e per una analisi dei Progetti Educativi che ne rappresentano il punto di riferimento.

Le Comunità capi dovranno perciò essere protagoniste esse stesse della preparazione, della vita e delle prospettive della Route. Questa Route deve dare inoltre la possibilità a tutta la struttura associativa (Zone, Regioni, Comitato centrale) di verificare e valorizzare il proprio ruolo.

Temi particolari:

I temi che potranno essere affrontati nella preparazione della Route e nei Carrefours durante i giorni di campo fisso corrispondono ai momenti qualificanti del Progetto Educativo; essi sono evidentemente molti e se ne indicano alcuni dei principali a titolo di esempio:

-    Analisi di ambiente (metodi per farla);

-    Coeducazione;

-    Educazione non emarginante;

-    Continuità metodologica dello scautismo;

-    L’Agesci nella Chiesa;

-    La dimensione internazionale dello scautismo;

-    La scelta della “non violenza”;

-    Impegno “educativo” e impegno “politico”;

-    L’impegno di fede come base anche per l’impegno educativo e l’aiuto che lo scautismo può dare alla vita di fede;

-    Animazione della Comunità capi;

-    Impegno ecologico dello scautismo.

Schema organizzativo (di massima):

Maggio 1978: lancio della Route all’associazione.

Maggio-Novembre 1978: lavoro di preparazione nelle Comunità capi su stimolo delle Zone.

Novembre-Dicembre 1978: Convegno Nazionale Quadri in preparazione alla Route: prima sintesi di esperienze raccolte e di ulteriore stimolo; (subito dopo) interscambio tra Comunità capi nella Zona e tra Zone diverse.

Agosto 1979: Realizzazione della Route;

-    Campi mobili per Comunità di Formazione di 40-50 persone;

-    Campo fisso (cantieri, carrefours)

Dopo Agosto 1979: Gestione dei risultati.

Nota pratica conclusiva:

La Comunità capi deve convertire gli attuali schemi di lavoro: la centralità del Progetto educativo richiede che sulla Route Comunità capi si concentrino molte energie nel lavoro preparatorio, anche a costo di ridurre il ritmo delle attività di Branca.
 

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Mozione 8/1978 "Stampa non periodica - Branca Esploratori/Guide"

Branca E/G; Manuale; Stampa associativa


 

Il notevole successo ottenuto presso il mondo giovanile e non da iniziative rivolte a lanciare testi del tutto o in parte mutuati dalle caratteristiche attività scout (manuale marmotte, del trappeur, varie cucine all’aria aperta, ecc.) oltre a farci riflettere sulla nostra mancata presenza al momento opportuno, dovrebbe impegnarci in questo settore a coprire le manchevolezze che i ragazzi e le ragazze ovviano rifacendosi a libri ed a ispirazioni ormai sorpassate o non opportune.

Si chiede pertanto che le branche E/G, attraverso un testo unico o tramite numeri monografici di “Avventura G & E”, traducano quanto prima in modo visibile e tangibile (tipo manuale) la Proposta Unificata, senza attendere tempi e condizioni ideali che mai esisteranno o saranno sempre “un po’ più avanti”.

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Mozione 9/1978 "Educazione al senso internazionale"

Dimensione internazionale, cittadino del mondo; Educazione alla pace; Obiettivi educativi ; Scautismo internazionale


 

Il Consiglio generale:

-    riconfermando l’importanza fondamentale della dimensione internazionale dello scautismo, aspetto caratteristico del movimento e, di conseguenza, della attiva presenza Agesci nelle occasioni di incontro e di scambio, specialmente a livello europeo;

-    convinto della particolare attualità di tale aspetto nella odierna situazione mondiale, in cui vi è accresciuta necessità di una educazione alla pace, alla comprensione e collaborazione internazionale, alla attenzione ai problemi di coloro che sono emarginati a causa della loro nazionalità e della loro razza;

impegna

-    il Comitato centrale e le strutture regionali a farsi carico dell’educazione al senso internazionale evitando di lasciarla ad un limitato numero di addetti ai lavori, come finora in genere è accaduto;

-    la Formazione capi ad un serio lavoro di educazione e sensibilizzazione di quanti dirigono i campi nazionali di Branca e gli eventi associativi, a livello nazionale, perché contribuiscano ad una effettiva educazione alla dimensione internazionale anche nelle Branche;

-    le Branche a rendere concreta nella loro proposta metodologica, la dimensione internazionale.

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Mozione 10/1978 "Possibilità di servizio per coniugi"

Capi; Famiglia; Servizio


 

Il Consiglio generale ribadisce l’importanza per l’associazione di allargare progressivamente il numero di Capi sposati per servizio attivo sia nelle unità che nelle strutture ai vari livelli.

Sottolinea l’esigenza che tale servizio non crei disparità di condizione tra uomini e donne e sia reso possibile anche ad eventuali coniugi simultaneamente.

Rileva peraltro il rischio che l’impegno di servizio dei genitori crei situazioni di disagio e di emarginazione per i figli soprattutto al di sotto di una certa età. Prende atto perciò con soddisfazione dell’organizzazione del Kinderheim durante il Consiglio generale e chiede alla Capo Guida e al Capo Scout di operare affinché tale servizio sia garantito anche nei prossimi Consigli generali a condizioni economiche che non siano discriminanti e con modalità organizzative che rendano possibile a genitori e figli di vivere con gioia tale momento.

Invita l’associazione a prevedere iniziative analoghe ovunque possibile.

Più in generale invita i Gruppi scout a prendere atto dei problemi sopraindicati, a trovare il modo per meglio legare le famiglie dei capi alla vita del gruppo; in modo che il servizio dei genitori non sia vissuto negativamente dai figli, ma sia per questi l’occasione di crearsi nuovi amici.

Si richiede che in prospettiva farsi carico di tali problemi rappresenti un modo valido anche per creare un nuovo tipo di rapporto con le famiglie dei ragazzi che vivono nelle nostre unità.

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Mozione 11/1978 "Bilancio Agesci"

Agesci; Bilancio; Quota associativa


 

Il Consiglio generale 1978 approva:

1.       la relazione economica ed il bilancio consuntivo 1977;

2.       le quote di censimento 1979 nelle seguenti misure:

-    quota Unità lire 7.000;

-    quota Soci ordinari lire 5.000

-    quota Soci senza rivista lire 3.000

-    quota Capi lire 7.000

3.       le variazioni al bilancio preventivo 1978;

4.       il bilancio preventivo 1979

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Mozione 12/1978 "Base Campo Scuola al sud"

Basi scout in Italia; Marineo; Meridione


 

-  Considerata la necessità di equilibrare la dislocazione delle basi nazionali per i campi scuola;

-  considerata la necessità di aumentare il numero dei campi scuola nazionali;

-  considerato che attualmente le basi sono dislocate nell’area dell’Italia centro-settentrionale;

-  considerato che i capi del sud sono tra i più disagiati per la partecipazione ai campi nazionali;

il Consiglio generale ravvisa l’opportunità di attrezzare, per lo svolgimento dei campi scuola nazionali, un terreno situato in Sicilia, di proprietà dell’Ente Nazionale Mario di Carpegna, dove si svolgono da più anni campi di specializzazione, onde favorire in particolare i capi delle estreme regioni meridionali e delle isole.

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Mozione 13/1978 "Educazione alla fraternità internazionale"

Diffusione dello scautismo; Educazione alla pace; Thinking day; WAGGGS; WOSM


 

Il Consiglio generale impegna il Comitato centrale:

-    a far conoscere a tutti i membri dell’associazione il significato di fraternità e di partecipazione internazionale della Giornata del Pensiero;

-    a chiedere a tutti i membri dell’associazione un contributo volontario adeguato, frutto di risparmio o guadagno personale, al Fondo della Giornata del Pensiero, utilizzato per lo sviluppo del guidismo nel mondo;

-    a garantire comunque all’associazione Mondiale delle Guide, a partire dal 22 febbraio 1978, il versamento del contributo minimo procapite deciso dalla Conferenza Mondiale femminile, su cui è basato un terzo del bilancio totale dell’associazione Mondiale stessa;

-    ad aggiornare le previsioni delle affiliazioni agli organismi internazionali per il 1979 sulla base del censimento dell’anno in corso.

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Mozione 14/1978 "La scelta politica nel Patto Associativo - 1"

Patto Associativo; Scelta politica


 

Il Consiglio generale 1977 ha richiesto una riflessione ed un approfondimento della scelta politica dell’associazione per una migliore formulazione di essa nel Patto Associativo.

Il Consiglio generale 1978 ritiene innanzitutto che la discussione sulle scelte politiche non può essere qualcosa di distaccato da tutto il modo di essere dell’associazione, dal suo modo di vivere, dal suo modo di operare oggi e quindi dalle sue scelte educative e dalla sua scelta cristiana.

Sembra in questo senso che il Patto Associativo, come è oggi, individui in modo sufficientemente chiaro l’identità e lo specifico dell’associazione, il tipo di proposta che vuol fare, i mezzi e il ruolo che essa ha e deve avere nella realtà d’oggi.

Ritiene importante approfondirlo, svilupparlo, esplicitarlo, concretizzarlo:

1.       offrendo ai Capi esperienze di vita e di crescita luoghi d’incontro in cui più facile e il confronto e la scoperta di ciò che ci unisce (non sono certo le norme a farlo);

2.       fondando l’associazione su una comunità più che su ideologie e offrendo ad esse strumenti di crescita, perché solo attraverso la creazione di ambienti vivi e dinamici che lavorano su progetti educativi chiari, globali e concreti (che siano la traduzione in vita del Patto Associativo), nasce l’unità dell’associazione;

3.       impegnando il Comitato centrale a promuovere da oggi - anche attraverso l’acquisizione agli atti del Consiglio generale degli interventi svolti sull’argomento - nonché le strutture associative a partecipare attivamente ad un ampio e profondo dibattito sul problema, che tenda alla chiarificazione del senso che ha per i capi il Patto Associativo, alla piena appropriazione del suo significato più profondo da parte di molti che non hanno partecipato alla sua stesura originaria, alla riscoperta ed alla ricerca di attualizzazione dei contenuti di fondo in esso espressi o da esprimere.

Tale lavoro dovrebbe svolgersi attraverso l’impegno di tutte le strutture a partire dalle Comunità capi, con un’ampia circolazione dei contributi maturati, mediante il dibattito sulla stampa associativa, la conoscenza delle esperienze in atto a livello locale, la Route Comunità Capi 1979.

Solo come risultato di questo lavoro dovrebbe procedersi, se necessario, a un completamento o ad un chiarimento dell’attuale testo.
 

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Mozione 15/1978 "La scelta politica nel Patto Associativo - 2"

Patto Associativo; Scelta politica


Il Consiglio generale decide di pubblicare agli Atti le proposte di modifica del testo del Patto Associativo che si riferiscono alla scelta politica, pervenute al Comitato Mozioni.

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Mozione 16/1978 "Iter speciale di Formazione capi"

Agesci; Art. 62 bis; Art. 68; Art. 69; Formazione capi; Iter formativo; Regolamenti


 

Il Consiglio generale 1978, a completamento e a modifica del Regolamento Agesci, approva le integrazioni nei testi seguenti:

Art. 62 bis del Regolamento

«I Capi di fatto e a disposizione con età superiore ai 25 anni sono ammessi ad un iter speciale di Formazione capi composto da un fine settimana ed un Campo Nazionale di 4 giorni. La norma è “ad experimentum” per 3 anni».

Modifica dell’art. 68 del Regolamento

«Gli adulti di provenienza extrassociativa, di cui la Comunità capi valuta caso per caso la maturità e il livello di conoscenza del compito di educatore e del metodo, vengono inseriti in Comunità R/S o in Comunità capi, accedendo poi al Corso di Branca, o per gli adulti con età superiore ai 23 anni, ad un iter speciale comprendente un fine settimana, un Corso di Branca di 4 giorni e un Campo Scuola nazionale. La norma è “ad experimentum” per 3 anni»

Modifica dell’art. 69 del Regolamento

La Formazione capi organizza a livello nazionale dei campi di Animatori di Comunità capi allo scopo di qualificare il loro servizio di “animatori di adulti”. Il campo è rivolto a capi di almeno 23 anni che abbiano partecipato ad un Corso di Branca.

La sua durata è di una settimana.

Ai partecipanti viene rilasciato dalla Formazione capi un certificato di partecipazione al campo con la valutazione dello staff del campo. Tale valutazione è destinata anche alla Regione.

La partecipazione al campo di Animatori di Comunità capi dà diritto alla nomina a capo di cui agli articoli precedenti.
 

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Mozione 17/1978 "Uniformi associative"

Branca E/G; Branca L/C; Branca R/S; Capi; Uniforme scout


 

Il Consiglio generale 1978 approva i modelli delle uniformi così composti:

Uniforme Lupetti, Coccinelle, Esploratori, Guide, Rovers, Scolte e Capi

Copricapo:

a.       (per i Lupetti) berretto di colore verde scuro tipo inglese a 6 spicchi bordati in giallo, invernale in panno, estivo in tela;

b.       (per le Coccinelle) calotta di feltro rosso a 6 spicchi con applicati 7 punti di feltro nero;

c.       (per Esploratore, Guida, Rover, Scolta e Capo) cappellone grigio scuro di foggia boera a tesa rigida larga cm. 9 circa, con 4 fosse, 2 anteriori e 2 posteriori, nella cupola, cinturino di cuoio attorno a questa e laccio sottogola annodato frontalmente al di sopra della falda.

Fazzoletto:

triangolare, di cm. 70 di lato (per i due lati più corti) con i colori di gruppo, da portarsi arrotolato sopra il bavero, legato con nodo ad anello.

Camiciotto:

colore azzurro, tipo unisex con 2 tasche a toppa e patta abbottonata, collo apribile, da portarsi chiuso dentro i pantaloni (senza spalline).

Pantaloni:

corti sopra il ginocchio, o lunghi, in velluto a coste colore blu, con passanti per la cintura.

Gonna:

di velluto a coste colore blu, con passanti per la cintura.

Cintura:

di cuoio naturale con anelli sui fianchi e fibbia di modello ufficiale.

Calzettoni:

colore blu, con risvolto, in lana se invernali, in filo se estivi.

Maglione:

in lana giro collo colore blu.

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Mozione 18/1978 "Modifiche allo Statuto"

Agesci; Art. 27; Art. 35; Capo Guida; Capo Scout; Comitato Centrale; Modalità operative; Statuto


 

Le proposte di modifica dell’art. 27/comma c e dell’art. 35/comma m vengono approvate; pertanto i nuovi testi sono i seguenti:

Art. 27

«Sono compiti della Capo Guida e del Capo Scout congiuntamente:

a.       promuovere l’attuazione dei principi contenuti nel presente Statuto;

b.       convocare e presiedere il Consiglio generale;

c.       nominare i Capi dell’associazione;

d.       nominare annualmente 5 Consiglieri generali;

e.       dirimere, in ultima istanza, le controversie non risolte in altri livelli associativi».

Art. 35

«Al Comitato centrale sono affidati i seguenti compiti:

a.       sviluppare le linee di politica associativa espresse dal Consiglio generale;

b.       predisporre la relazione annuale per il Consiglio generale;

c.       raccogliere le proposte educative avanzate ai vari livelli dell’associazione, studiarne i contenuti ed elaborarne le proposte per il Consiglio generale;

d.       curare, d’intesa con i Responsabili e gli Assistenti Ecclesiastici regionali, lo sviluppo qualitativo e quantitativo dell’associazione; in particolare:

-    promuovendo la Formazione capi a tutti i livelli;

-    coordinando e divulgando il metodo delle Branche;

-    pubblicando riviste specializzate per Capi e di Branca;

-    promuovendo a livello nazionale ed internazionale gli incontri per adulti in servizio educativo e per ragazzi e ragazze;

e.       promuovere i modi ed i mezzi per un costruttivo rapporto con le Regioni;

f.        proporre alla competente Autorità Ecclesiastica la nomina dell’Assistente Ecclesiastico Generale e degli Assistenti Ecclesiastici Centrali;

g.       collaborare con le altre associazioni educative a livello nazionale ed internazionale;

h.       curare a livello nazionale i rapporti con gli organismi civili ed ecclesiali, con la stampa e con gli altri mezzi di comunicazione;

i.         curare annualmente il censimento dell’associazione e l’anagrafe dei Capi ed Assistenti Ecclesiastici;

l.         curare l’amministrazione centrale dell’Agesci, sottoponendo i bilanci preventivo e consuntivo al Consiglio generale previa approvazione dei Sindaci;

m.     proporre alla Capo Guida ed al Capo Scout la nomina dei Capi secondo le modalità previste dall’iter di Formazione capi.

Per meglio realizzare questi compiti il Comitato centrale si riunisce periodicamente, ed almeno due volte l’anno con i Responsabili, le Responsabili e gli Assistenti Ecclesiastici regionali.

I Presidenti congiuntamente hanno la rappresentanza legale dell’associazione».

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Mozione 19/1978 "Modifiche al Regolamento Organizzazione - 1"

Agesci; Art. 17 bis; Art. 58; Art. 66; Assistenti ecclesiastici; Fumo; Nomine a capo; Regolamento organizzazione; Tossicodipendenza; Valutazione

 

Art. 66

La proposta di modifica dell’art. 66 viene approvata nel testo seguente:

«I Capi dell’associazione sono nominati dalla Capo Guida e dal Capo Scout su proposta dei Responsabili centrali della Formazione capi, visto il giudizio del Campo Scuola nazionale e il parere favorevole dei Responsabili regionali e di zona, su richiesta dell’interessato alla Comunità capi».

Art. 17/bis

La proposta di un nuovo articolo 17/bis viene approvata nel testo seguente:

«L’Assistente Ecclesiastico regionale assente al Consiglio generale, in accordo con il Comitato regionale, può delegare un altro Assistente».

Art. 58

La proposta di modifica dell’articolo 58 viene approvata nel testo seguente:

«Ai partecipanti viene rilasciato a cura delle Regioni un attestato di partecipazione con la valutazione dello staff del corso; tale valutazione è destinata anche alla Comunità capi».

Nuovo Articolo

La proposta di un nuovo articolo del Regolamento viene approvata come segue:

«I membri dell’Agesci, in forza della scelta scout da essi fatta, si sentono personalmente responsabili della propria salute; pertanto si sforzano di astenersi dal fumo come abitudine nociva, consci anche di danneggiare con il loro esempio i membri giovani dell’associazione».
 

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Mozione 20/1978 "Modifiche al Regolamento Organizzazione - 2"

Fumo; Salute e forza fisica; Tossicodipendenza


 

Nell’esaminare il testo di cui sopra viene discussa ed approvata la seguente mozione:

«Il Consiglio generale 1978 invita tutte le Branche a rivalutare e sottolineare nella loro proposta e nella loro metodologia l’educazione alla responsabilità verso la propria salute fisica, puntando in particolare sulla necessità dell’impegno quotidiano e a scoprire e prendere posizione contro tutti i fatti ed abitudini nocivi per la salute individuale e pubblica.

Si indicano oggi, come fenomeni ai quali prestare particolare attenzione: l’alcool, il fumo, la droga, la mancanza di attività fisica, l’inquinamento».
 

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Mozione 21/1978 "Partecipazione dell'Agesci al Jamboree 1979 in Iran - 1"

Agesci; Branca E/G; Educazione alla libertà; Iran; Jamboree


 

Il Consiglio generale 1978 approva che l’Agesci accetti l’invito rivoltole dall’associazione Scout Iraniana e sia presente al Jamboree 1979, attraverso una partecipazione responsabile e cosciente, favorita da:

-    l’approfondimento dell’informazione e del dibattito su “Scout”, allargando l’argomento alla tematica di fondo sulla quale, prima ancora che sul Jamboree, i Capi si interrogano, e che è sostanzialmente “Scautismo” e Potere;

-    l’estensione, come in parte già fatto, dell’informazione e del dibattito nel linguaggio appropriato, ad “Avventura G & E” per facilitare la riflessione e la crescita di tutti gli esploratori e le guide, e non solo dei futuri partecipanti;

-    la garanzia, tramite una precisa assunzione di responsabilità da parte della Pattuglia Nazionale delle Branche G/E, di una seria preparazione del contingente;

il rafforzamento del collegamento con le altre associazioni europee.

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Mozione 22/1978 "Partecipazione dell'Agesci al Jamboree 1979 in Iran - 2"

Agesci; Iran; Jamboree; Stampa associativa


Il Consiglio generale, vista l’importanza del dibattito sulla partecipazione dell’Agesci al Jamboree, decide che vengano allegati agli atti tutti gli interventi sulla questione, come momento qualificante della crescita dell’associazione, in modo che tale dibattito divenga patrimonio comune e momento di riflessione di tutti i capi.

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Mozione 23/1978 "Ratifica dello Statuto Federale"

Federazione Italiana Scautismo; Statuto


 

Il Consiglio generale 1978 ratifica lo Statuto Federale, destinato a sostituire lo Statuto FEI vigente, come pubblicato tra i documenti preparatori del Consiglio (vedi: “Scout - una proposta educativa/25” del 20 febbraio 1978, pagina 71).

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