Mozioni del Consiglio Generale AGESCI

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Mozioni 1975 versione stampabile



Mozione 1/1975 "Relazione del Comitato centrale"

Branca E/G; Branca L/C; Branca R/S; Diarchia; Modalità operative; Pattuglia nazionale; Relazione Comitato centrale


 

1.     Il Consiglio generale ritiene che, in prospettiva, la via costruttiva per garantire l’efficienza del Comitato centrale sia la riduzione del numero dei componenti, attraverso l’eliminazione della diarchia dove è possibile (non nelle branche) e del numero degli assistenti presenti. Si rispetterà l’equilibrio dei sessi.

2.     Rilevato che ciò non è attuabile a breve scadenza, per esigenze di rispetto degli equilibri, propone al Centrale di sperimentare l’organizzazione che crederà più efficiente, rimanendo vincolato a relazionare attentamente su come ha funzionato. In particolare evidenziando le dinamiche che si sono create, le incrinature alla collegialità effettiva delle decisioni che non può essere abbandonata. In base alla relazione si verificherà concretamente il tentativo al prossimo Consiglio generale. Dalla verifica si partirà per nuove esperienze che, però, allo stato attuale non vengono previste come possibili soluzioni definitive, poiché per soluzione definitiva si propone il punto 1).

        Premessa al punto 3) è che vogliamo essere una associazione alternativa nelle modalità di vita e non solo nelle enunciazioni di principio. Il clima di fiducia che è necessario nella sostanza richiede dei passi concreti da tutte le parti.

3.     La relazione del Centrale, articolata per settori, dovrà essere chiara e completa sul perché delle decisioni prese e sul come ci si è arrivati; le votazioni sulla relazione riguarderanno punti concreti e specifici sui quali il Centrale stesso - nella relazione - o i consiglieri generali - in corso di assemblea - chiederanno il parere. La relazione evidenzierà le diverse posizioni delle regioni sui vari punti, qualora vi siano.

4.     La relazione potrà comunque dare motivo a mozioni di sfiducia per singoli responsabili o, se del caso, per tutto il Comitato.

5.     Le relazioni daranno ampio spazio alle proposte su cui si deve discutere e decidere.

6.     Il Comitato centrale nella sua azione continuerà a privilegiare come collegamento con la base, la struttura regionale, impegnandosi a migliorare il rapporto con queste.

 

Temi specifici

7.     Per le branche Esploratori Guide appare prioritario creare un nuovo clima in Pattuglie nazionali soprattutto superando, anche con serene scelte, eventuali personalismi. Affrontare, nell’ordine di priorità che le Pattuglie sceglieranno, con attenzione ai lavori già iniziati e tenendo presente la necessità di conoscere meglio la base, i seguenti temi:

a.      Conoscenza ragazzo/a

b.     Stimoli all’effettiva costruzione del nuovo Sentiero, con tutte le sue implicazioni, specie riguardo al rapporto capo/ragazzo, all’impresa, all’avventura, all’autonoma crescita dei ragazzi, alla cogestione

c.      Precisazioni e sviluppi della “progressione personale” di Branca G con relative implicazioni

d.      Identificazione e qualificazione della proposta in reparto

e.      Catechesi

f.       Omogeneizzazione e qualificazione dei campi di 2° tempo

g.      Coeducazione

h.      Stimolo alla conoscenza e confronto con altri ambienti educativi da parte dei capi.

8.     Per le branche Lupetti/Coccinelle appare prioritario creare un nuovo clima in Pattuglia nazionale. Conseguentemente riorganizzare i servizi e le strutture delle branche, specie quella Coccinelle. Effettuare una rilettura dei due metodi al fine di formulare un progetto che, tenendo conto della tradizione delle due branche, giunga ad una valida proposta metodologica evitando il disperdersi in esperienze spontaneiste e incontrollate. Restando esigenza irrinunciabile la necessità di conoscere la realtà locale. Coordinamento dei metodi. Individuazione delle esigenze del bambino/a.

9.    Quanto sopra va integrato con le proposte emerse dalla relazione del Comitato centrale.

10.  Per le Branche Rovers/Scolte si approva la relazione presentata dal Comitato centrale.

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Mozione 2/1975 "Formazione capi"

Formazione capi; Formazione permanente; Iter formativo; Verifica


 

Il Consiglio generale 1975

1.       affida al settore Formazione capi la responsabilità di realizzare l’iter Formazione capi approvato (dalla route di orientamento alle attuali esperienze di educazione permanente), con la collaborazione attiva di tutti gli organi associativi ritenuti idonei per lo sviluppo delle singole fasi;

2.       chiede alla Formazione capi che, oltre alla verifica e alla valorizzazione delle esperienze formative fatte nel 1975, definisca e presenti al Consiglio generale 1976 un piano più completo di Formazione, che tenga conto in particolar modo:

§   delle esigenze di educazione permanente dei capi;

§   della necessità di verificare l’aggiornamento dei capi;

§   della opportunità di stimolare ed offrire occasioni per razionalizzare la propria esperienza educativa ed il proprio approfondimento pedagogico, per fornire un contributo per l’intera associazione;

§   delle esigenze di formazione di giovani ed adulti non provenienti dalla associazione, interessati a svolgere un servizio di capo;

§   del problema del riconoscimento internazionale della Formazione capi, in una associazione mista.

Questo piano di formazione dovrà essere diffuso alle Comunità capi e agli organi associativi in tempo utile per la discussione preliminare in preparazione al Consiglio generale 1976.

3.       Raccomanda che gli obiettivi e le scelte educative di volta in volta emergenti dal Consiglio generale siano assunti nelle loro implicazioni formative dal settore Formazione capi e da tutti i responsabili di occasioni di formazione nell’associazione.

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Mozione 3/1975 " Stampa associativa "

Comunicazione; Informazione; Modalità operative ; Settori associativi; Stampa associativa


 

Il Consiglio generale mentre lamenta che fra le relazioni presentata dal Comitato centrale manchi quella del settore stampa, chiede al responsabile al settore di:

1.       studiare la possibilità concreta di ristrutturare le modalità di stampa e diffusione dei periodici al fine di realizzare una migliore efficienza ed un  minore onere economico;

2.       effettuare un coordinamento delle riviste di branca (la cui responsabilità resta agli incaricati alla branca stessa) al fine di assicurare la continuità specialmente nelle fasi di passaggio fra le branche ed al fine di giungere alla fusione, prima del 1976, delle riviste delle branche parallele. A tal fine ritiene essenziale che la nuova rivista nasca attraverso la costituzione di una redazione da formarsi ex-novo, dopo la conclusione del lavoro delle attuali;

3.       proporre alle riviste di branca temi generali associativi da presentare sulle riviste nelle modalità specifiche;

4.       curare che attraverso le riviste si abbia un’adeguata informazione delle iniziative associative;

5.       curare la costituzione di una agenzia di stampa che con opportuni comunicati stampa (periodici o meno) informi l’opinione pubblica dei principali eventi associativi;

6.       stampare sulle opportune collane di un editore convenzionato possibilmente tutte le pubblicazioni non periodiche, al fine di rendere accessibile anche al di fuori dell’associazione questo patrimonio senza oneri economici;

7.       studiare la possibilità e le modalità di vendere e diffondere le riviste in ambiente extrassociativo a partire da Servire e Camminiamo Insieme.

Il Consiglio generale ribadisce che il Responsabile centrale alla Stampa non deve intendere il suo ruolo come semplice capo della redazione di “Scout” ma come coordinatore di tutta la stampa associativa, periodica e non.

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Mozione 4/1975 "Pluralismo associativo"

Centri Studi Baden-Powell; Democrazia associativa


 

Il Consiglio generale Agesci, dopo aver ampiamente dibattuto e riflettuto sulle tensioni e i problemi posti alla vita associativa da alcune iniziative del “Centro Studi B.-P.” ritiene necessario ribadire quanto segue:

1.       L’associazione ha da anni fatto una scelta di pluralismo, cioè di convivenza tra persone che pur avendo idee diverse accettano di operare assieme fraternamente in un corretto gioco di maggioranze e minoranze.

2.       L’associazione è pertanto ben lieta che il dibattito si arricchisca dei contributi delle minoranze di ogni tendenza e intende garantire ad ognuna uno spazio proporzionato alla sua rappresentatività.

3.       L’associazione ritiene di non dover estromettere nessuno che dichiari di voler essere in comunità con tutti gli altri. Si sottolinea tuttavia che essere in comunità significa accettare di partecipare alle stesse esperienze, agli stessi incontri, operare attraverso gli stessi canali (Stampa, Formazione capi, Consiglio generale, assemblee); significa anche verso l’esterno dichiararsi parte convinta e corresponsabile della comunità.

4.       Una partecipazione alla medesima vita associativa non esclude la realizzazione di singole iniziative purché si pongano esplicitamente come integrative e non alternative a quelle similari promosse dalla associazione e che a loro volta siano aperte a contributi critici.

Pertanto il Consiglio generale invita tutti i capi dell’Agesci a verificare la propria adesione allo spirito di quanto sopra espresso ed a portare nella realtà delle zone, delle regioni, dell’associazione tutta una testimonianza di collaborazione di solidarietà.

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Mozione 5/1975 "Pattuglie nazionali"

Branca E/G; Branca L/C; Branca R/S; Modalità operative; Pattuglia nazionale; Settori associativi


 

Il Consiglio generale stabilisce le linee di fondo di lavoro dei Settori e ne affida l’attuazione ai Responsabili nazionali. Questi, per realizzare tale servizio, si avvalgono delle Pattuglie nazionali che sono pertanto gruppi operativi sotto la diretta responsabilità dei Responsabili nazionali.

Sarà compito specifico dei Responsabili nazionali e delle Pattuglie nazionali tradurre in concreto le indicazioni del Consiglio generale realizzando attività, iniziative, servizi, che vanno dai Campi Scuola alla Stampa associativa, dagli Incontri nazionali alle pubblicazioni, ecc.

Le Pattuglie nazionali devono avere perciò una reale possibilità di assumere impegni concreti e devono avere dimensioni numeriche tali da consentire agilità di lavoro, rapidità di comunicazione, possibilità di frequenti incontri.

Poiché è evidente che qualsiasi scelta, e la relativa traduzione operativa, deve nascere da un effettivo riscontro con la realtà associativa, occorre che si realizzi uno stretto collegamento fra Responsabili nazionali, Pattuglie nazionali e Incaricati regionali di Branca.

Sarà quindi compito dei Responsabili nazionali di Branca, aiutati anche in questo dalle Pattuglie nazionali, avere contatti frequenti e personali con gli Incaricati regionali. Particolarmente rilievo assumono perciò gli incontri delle Pattuglie nazionali con gli Incaricati regionali, da realizzarsi almeno tre volte all’anno nelle modalità che si ritengono opportune, per analizzare la realtà associativa anche in relazione alla situazione del mondo giovanile, programmare e decidere insieme il lavoro da svolgere e le iniziative da prendere, verificare il lavoro fatto. In tali occasioni i Responsabili alle Branche proporranno i nomi e gli specifici incarichi di servizio nelle Branche dei componenti le Pattuglie nazionali stesse.

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Mozione 6/1975 "Educazione non emarginante"

Convegno nazionale; Educazione non emarginante


 

Il Consiglio generale Agesci, prendendo atto dell’esigenza già espressa dal precedente Consiglio generale e sempre più viva e confermata dal lavoro concreto che alcune regioni e zone stanno svolgendo, dà esplicito mandato al Comitato centrale per l’anno 1975-76, di prendere a carico il problema dell’educazione non emarginante non come un problema settoriale o di minoranza, ma come precisa scelta associativa e come tentativo di qualificazione dell’associazione e del servizio che ogni capo svolge.

In questo senso si richiede che entro il dicembre 1976 si svolga un congresso di impostazione del problema, aperto alle realtà extrassociative operanti in questo campo, da cui nasca un gruppo di lavoro costituito da persone qualificate da un impegno concreto svolto nel settore, con particolare riguardo alle esperienze già in atto, vincolando il Comitato centrale ad una relazione sui lavori svolti in tale senso al Consiglio generale 1976.

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Mozione 7/1975 "Bilancio Agesci"

Agesci; Bilancio; Commissione Economica; CNUD


 

Il Consiglio generale 1975 approva:

§   il Bilancio consuntivo 1974, con autorizzazione del riporto a nuovo della perdita di esercizio;

§   le variazioni al Bilancio di previsione 1975;

§   il Bilancio di previsione 1976, con esplicita conferma della quota nella misura attualmente in vigore, e del criterio di ripartizione con le strutture locali;

§   la relazione e il bilancio 1974 dell’Ente Mario di Carpegna;

§   l’istituzione di una Commissione Economica e di un Comitato Permanente Forniture.

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Mozione 8/1975 "Commissione Economica"

Commissione Economica; Modalità operative


 

Viene istituita una Commissione di cinque associati, che rimane in carica due anni; essa è convocata e presieduta dal Responsabile centrale alla Tesoreria, almeno tre volte all’anno.

I suoi compiti sono:

§   assistere e collaborare con il Comitato centrale in materia di politica economica nel campo della spesa e dell’entrata;

§   collaborare con il Comitato centrale nella esatta interpretazione degli orientamenti e dei voti espressi dal Consiglio generale in materia di politica finanziaria e di amministrazione dei beni dell’associazione;

§   porsi a disposizione delle regioni e delle strutture locali per assisterle, ove richiesto, nella parte amministrativa e finanziaria di loro competenza.

I componenti della Commissione Economica sono eletti dal Consiglio generale e le funzioni di essa sono meramente consultive.

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Mozione 9/1975 "Comitato Permanente Forniture"

CNUD; Modalità operative


 

Viene istituito un Comitato Permanente Forniture composto di sette membri, dei quali sei di elezione del Consiglio generale ed uno di nomina del Comitato centrale, con lo scopo di:

§   disciplinare il riconoscimento delle rivendite ufficiali scout;

§   realizzare, conservare ed aggiornare i modelli ufficiali delle uniformi in base, alle norme emanate dal Consiglio generale, scegliendo i materiali, per la loro confezione ed i relativi fornitori;

§   stabilire periodicamente i listini dei prezzi massimi di vendita per i capi costituenti l’uniforme e sorvegliare sulla loro applicazione;

§   regolare l’uso del “marchio scout”;

§   regolare tutta la materia delle forniture dei materiali e attrezzature scout e da campo, anche allo scopo di costituire possibilmente una fonte di finanziamento per le strutture locali.

I componenti del Comitato durano in carica due anni e la loro scadenza sarà stabilita nella prima elezione in modo che per la metà siano sostituiti ogni anno.

Lo stesso Comitato provvederà ad emanare le norme necessarie a regolare il suo efficace funzionamento.

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Mozione 10/1975 "Autofinanziamento"

Agesci; Autofinanziamento; Bilancio ; Deficit


 

Il Consiglio generale 1975

§   esaminata la relazione economica 1975;

§   verificata la scarsa risposta delle comunità locali alle richieste del Comitato centrale;

§   verificata la necessità di utilizzare nuove forme di finanziamento necessarie alla copertura del deficit attuale al fine di impostare una seria proposta educativa in merito al rispetto e alla gestione del bene comune;

impegna i responsabili della stampa e alle branche ad affrontare sulle riviste associative il tema dell’autofinanziamento in sede locale prestando particolare attenzione al tema dell’annullamento degli sprechi, del contenimento delle spese di ordinaria amministrazione, stimolando la fantasia e la creatività dei ragazzi e ragazze per quanto riguarda il reperimento di fondi e l’autofinanziamento.

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Mozione 11/1975 "Base Scout"

Basi scout in Italia; Bracciano


 

Il Consiglio generale demanda alla Commissione Economica ed al Comitato centrale l’incarico di approntare un piano di sviluppo economico a lunga scadenza che preveda, in particolare. la realizzazione di una efficiente attrezzatura logistica della Base di Bracciano e di altre basi da utilizzare specialmente per gli incontri a carattere nazionale.

Inoltre decide che ogni manifestazione a carattere nazionale, ogni base con attrezzature permanenti abbia un responsabile (Quarter Master) che in armonia con i capi curi l’attività economica e le attrezzature.

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Mozione 12/1975 "Finanziamento"

Economia; Istituzioni; Regioni


 

Il Consiglio generale chiede al Comitato centrale di dare notizia a tutte le Comunità capi e ai Comitati regionali delle leggi delega e delle modalità applicative in merito alle sovvenzioni ad associazioni educative nelle regioni, agendo in collaborazione coi Responsabili regionali e in particolare con quelli delle regioni in cui è già stata fatta utile esperienza.

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Mozione 13/1975 "Ristrutturazione economica"

Agesci; Bilancio; Commissione Economica; Modalità operative


 

Il Consiglio generale decide che la Commissione Economica proposta dal Comitato centrale provveda alla ristrutturazione economica dell’associazione in modo che le strutture corrispondano alle scelte associative di fondo, in particolare alla scelta di azione educativa laddove esistano situazioni di emarginazione e sfruttamento.

Si chiede inoltre che i dati di bilancio siano pubblicati in tempo utile per la discussione alle assemblee regionali.

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Mozione 14/1975 "Campo Nazionale Esploratori"

Agesci; Asci; Bilancio; Campo nazionale E/G; Deficit; Pattuglia nazionale


 

Il Consiglio generale 1975, rilevata la grave irresponsabilità della gestione del Campo Nazionale Esploratori 1974, ritenendo importante dal punto di vista educativo l’uso corretto delle cose e dei soldi, disapprova l’operato della Pattuglia Nazionale Esploratori.

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Mozione 15/1975 "Patto Associativo"

Patto Associativo


 

Il Consiglio generale constatato:

§   che in tutte le regioni c’è stato un dibattito molto ampio sul tema del Patto Associativo, impegnando sostanzialmente tutta l’associazione in una verifica interna;

§   che tra l’anno scorso e quest’anno si è verificata in molte regioni una larghissima convergenza sul testo attuale;

approva direttamente il testo del Patto Associativo così come è pubblicato agli Atti, impegnando tutti i capi a ché le scelte espresse in esso siano rese operanti nella realtà associativa.

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Mozione 16/1975 "Iter di Formazione capi"

CFM; Formazione capi; Formazione metodologica; Iter formativo; ROSS


 

Il Consiglio generale 1975,

in riferimento al nuovo iter di Formazione capi, proposto dal Comitato centrale, chiede di esplicitare e sottolineare alcuni punti sul senso del servizio in età Rover/Scolte.

Il servizio dei Rovers e delle Scolte in qualsiasi ambiente, sia effettuato, è strumento metodologico preciso della Branca R/S per la crescita della persona.

Tenuto conto delle particolari caratteristiche e dinamiche che si realizzano nel servizio associativo, si chiede alla Formazione capi di impegnarsi a rispettare, nelle proposte rivolte a Rovers e Scolte, le loro specifiche esigenze di persone in fase educativa.

Nella definizione delle tappe dell’iter, si propongono le seguenti precisazioni:

1.       Prima tappa è una Route di orientamento al servizio in ambiente educativo, che la Formazione capi propone e gestisce in collaborazione con la Branca Rovers/Scolte a livello regionale, rivolgendosi a Rovers e Scolte che, terminata la fase di Noviziato, si inseriscono nella Comunità di Clan/Fuoco.

In questa Route il servizio va inteso come occasione di socializzazione, testimoniando ai giovani, nella attenzione disponibile ai piccoli e ai diversi, una fondamentale possibilità di crescita.

2.       Seconda tappa: “Corso di Branca” lanciato e gestito dalla Formazione capi in accordo, per quanto riguarda lo stile e il taglio educativo, con la Branca Rover/Scolte; anche questo corso va realizzato a livello regionale, sotto forma di campo, inteso come esperienza di vita e momento metodologico.

Il Rover e la Scolta vivono questo momento formativo dopo un periodo di servizio in Unità: questa esperienza di servizio sarà verificata, come quelle di servizio extrassociativo vissute da altri Rovers/Scolte, nella Comunità di Clan/Fuoco.

3.       Terza tappa: “Campo Scuola di Branca”. Tale esperienza, elaborata e gestita dalla Formazione capi in collaborazione con le Branche a livello nazionale, rappresenta il primo momento di formazione capi per chi ha operato una scelta di servizio come capo educatore. Questa proposta si rivolge ai giovani di età intorno ai 20 anni, che abbiano terminato o stiano terminando il periodo di formazione in Comunità Rover-Scolte.

I due precedenti momenti non danno luogo ad alcun brevetto di Capo o di Aiuto Capo, ma sono pregiudiziali per l’inizio dell’iter di formazione capi per giovani provenienti dalla Branca Rover/Scolte. Dopo il “Campo Scuola di Branca” per capi e un anno di servizio in Unità, l’associazione, su proposta della Comunità capi, riconosce che il giovane ha completato l’iter specifico di formazione metodologica.

N.B. Per i capi del roverismo/scoltismo, ai quali si chiede ovviamente una età maggiore di quella necessaria per le altre branche, il corso di branca segnerà l’inizio dell’esperienza di servizio nell’ambiente educativo di Clan/Fuoco intorno al diciannovesimo anno di età.

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Mozione 17/1975 "Modifiche allo Statuto - 1"

Agesci; Art. 44; Art. 8; Assistenti Ecclesiastici; Missione sacerdotale; Statuto


 

La proposta di modifica dell’Art. 8 dello Statuto è stata accolta per cui il nuovo testo è il seguente:

“Gli Assistenti Ecclesiastici sono sacerdoti corresponsabili del progetto educativo scout all’interno delle Unità, delle Comunità capi e degli altri livelli associativi.

Essi vi esercitano il mandato sacerdotale che viene loro affidato dal Vescovo e, assieme agli altri capi educatori, annunciano e testimoniano la proposta cristiana”.

La proroga dell’Art.44 dello Statuto (norme transitorie) è stata approvata.

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Mozione 18/1975 "Modifiche allo Statuto - 2"

Agesci; Art. 2; Conferenza Episcopale Italiana; Natura ecclesiale ; Proposta di modifica; Statuto


 

Il Consiglio generale preso atto della lettera della Conferenza Episcopale Italiana del 24 aprile 1975 ed in particolare quanto riguarda il punto 1) della stessa in cui si chiede una modifica all’Art.2 dello Statuto Agesci,

constatato che

per motivi tecnici, una modifica statutaria in proposito è proponibile solo al Consiglio generale 1976,

dà mandato

al Comitato centrale di esprimere alla Conferenza Episcopale Italiana il consenso dell’associazione alla sostanza della modifica richiesta.

Pone la modifica dello Statuto all’Art. 2 all’O.d.G. del Consiglio generale 1976.

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Mozione 19/1975 "Modifiche al Regolamento del Consiglio generale"

Agesci; Art. 13; Consiglio Generale; Regolamenti


 

La proposta di modifica dell’Art. 13 del Regolamento del Consiglio generale è stata approvata, per cui il nuovo testo è il seguente:

“Le deliberazioni sono espresse con votazione simultanea per alzata di mano o in altri modi palesi”.

“Le deliberazioni concernenti persone debbono essere prese a scrutinio segreto”.

“Qualsiasi decisione può essere presa soltanto se votano almeno la metà più uno degli aventi diritto.

I voti di astensione non sono computati”.

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Mozione 20/1975 "Emblema dell'associazione e dei distintivi di branca"

Agesci; Distintivi scout; Uniforme scout


 

I1 Consiglio generale 1975

approva

l’Emblema e la Bandiera dell’associazione; i Distintivi di Branca cosi come sono pubblicati e illustrati su “Scout” 1-2/1975.

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