Mozioni del Consiglio Generale AGESCI

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Mozione 1/1995 "Convenzione ODC - Ministero della Difesa"

Agesci; Ministero della Difesa; Obiezione di coscienza


 

Il Consiglio generale demanda al Consiglio nazionale il compito di analizzare e deliberare relativamente alla seguente raccomandazione:

Convenzione ODC

MINISTERO DELLA DIFESA

Il Consiglio generale 1995:

§ vista l’opportunità di una verifica delle esperienze attualmente in corso in Agesci in applicazione della convenzione;

§ vista l’opportunità di adeguare la Convenzione Agesci - Ministero della Difesa, proposta unilateralmente da quest’ultimo;

§ considerato il positivo riscontro di una nuova proposta legislativa in merito all’ODC da parte del Parlamento;

raccomanda

al Comitato centrale

§ che siano opportunamente verificate le esperienze di attuazione della convenzione;

§ che, qualora siano approvate definitivamente le nuove proposte di legge in merito, l’adesione alla nuova convenzione sia preceduta da un dibattito in associazione.

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Mozione 2/1995 "Bilancio Agesci"

Agesci; Bilancio


 

Il Consiglio generale, nella sessione ordinaria del 1995,

letta

la relazione economica del Comitato centrale e la relazione della Commissione Economica

approva

a.    il conto consuntivo 1994 così come presentato dal Comitato centrale

b.    il conto preventivo 1995 con le variazioni di seguito riportate:

§ B3 Sopravvenienze attive da Lire 65.000.000 a Lire 127.900.000 per imputazione del saldo attivo derivante dall’operazione “Tre Foglie” 1994.

§ D1,3 Branca R/S (manifestazioni sociali) da Lire 10.000.000 a Lire 17.000.000.

§ D2,4 Segreteria ODC Servizio Civile (organizzazione) da Lire 12.000.000 a Lire 17.000.000.

§ D2,5 Emergenze e Protezione Civile (nuovo inserimento: Volo d’Aquila e Gabbiano Azzurro da Lire zero a Lire 10.000.000

§ D2,7 Incaricato Nazionale Radio-Scout da Lit. 4.000.000 a Lit. 4.500.000.

§ E8 Ufficio Stampa da Lit. 25.000.000 a Lit. zero (ripristinato nel capitolo G1,1 come nuovo rigo)

§ F1,1 Aliquote a Regioni e Zone da Lit. 1.020.000.000 a Lit.1.028.000.000 per un maggior ristorno alle Regioni Basilicata, Molise e Valle d’Aosta, secondo modalità da concordare fra i Responsabili Regionali e l’Incaricato Centrale all’Organizzazione.

§ G1,1 Comitato centrale (nuovo inserimento: Ufficio Stampa) da Lit. zero a Lit. 25.000.000.

§ G1,1 Comitato centrale (manifestazioni sociali) da Lit.40.000.000 a Lit. 71.500.000; si modifica quindi l’allegato al rendiconto “Comitato centrale manifestazioni sociali” inserendo una nuova riga: Route Nazionale delle Comunità capi 1997 da Lit. zero a Lit. 31.500.000.

§ che portano la voce I Riporto dal Lit. 142.993 a Lit. 1.042.993.

c.    Il conto preventivo 1996 con le seguenti modifiche:

§ C Riporto anno precedente da Lit. 142.993 a Lit. 1.042.993

§ I Riporto da Lit. 42.993 a Lit. 942.993.

e stabilisce

di mantenere la quota annuale di censimento per l’anno 1996 nella misura di Lit. 40.000 (quarantamila).

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Mozione 3/1995 "Riforma delle strutture associative - 1"

Agesci; Regioni; Riforma delle strutture; Strutture associative


Criteri per le modifiche statutarie sulla riforma delle strutture

Il Consiglio generale 1995

vista la mozione del Consiglio generale 1990 che aveva approvato una sperimentazione nelle Strutture associative, insieme con il testo - sempre “ad experimentum” - delle connesse modifiche statutarie e regolamentari;

vista la mozione 32 del Consiglio generale 1994;

visto il documento redatto dal Consiglio nazionale;

vista la discussione in commissione ed in assemblea;

decide

che la definitiva variazione statutaria relativa alle strutture associative venga redatta nel rispetto dei seguenti criteri:

 

1.    La progettualità

1.1     La progettualità resta un aspetto essenziale per lo stile scout; tuttavia, l’elaborazione di un progetto educativo, in senso proprio, spetta esclusivamente al gruppo; la differenziazione dei progetti ai vari livelli deve essere anche evidenziata dalla modalità di individuazione e costruzione degli obiettivi.

1.2     In base alla capacità di collegamento con i progetti educativi e alla concreta possibilità (pur con i limiti di organicità) di elaborare progetti, i progetti si differenziano come segue:

a.    il livello di zona come luogo capace di una efficace integrazione con i progetti educativi delle Comunità capi. Questa capacità rende possibile alla zona operare su un ampio spettro di interventi (perché raccordabili e cogestibili dalle Comunità capi) e su una elaborazione di obiettivi specifici (perché costruibile come sintesi degli obiettivi delle stesse Comunità capi);

b.    il livello regionale come luogo a cui si demanda una programmazione intelligente di raccordo tra le idee del dibattito associativo (nazionale) e un lavoro di sostegno ai progetti delle zone, mettendo in pratica soprattutto le proprie competenze formative e individuando quali risposte dare alle caratteristiche specifiche del proprio territorio;

c.    il livello nazionale come luogo a cui compete la funzione di individuare le idee forti e unitarie dell’associazione. Prevede solo pochi obiettivi (uno o due), ma forti e capaci di creare appartenenza.

1.3     Ogni livello adotta per il progetto l’arco temporale di riferimento ritenuto più idoneo, comunque entro un intervallo da stabilire.

 

2.    Il sistema decisionale

2.1     A livello di zona e di regione il sistema decisionale si articola secondo il seguente schema:

§  Convegno: ha lo scopo di condurre la lettura del mondo giovanile e dello stato dell’associazione, secondo un metodo analitico; si tiene ad intervalli lunghi; la relativa ricaduta educazionale si realizza sul medio termine;

§  Assemblea: ha lo scopo di formulare mandati per la gestione associativa secondo un metodo sintetico e decisionale; si tiene ad intervalli brevi, la relativa ricaduta educazionale si realizza sul breve termine;

§  Consiglio: rappresenta il crocevia in quanto punto di convergenza delle attività del livello punto d’incontro fra il livello superiore ed inferiore. Lo stile all’interno del Consiglio è di corresponsabilità nell’elaborazione.

2.2     A livello di zona il sistema decisionale si articola in:

§  Convegno: elabora linee di indirizzo;

§  Consiglio: predispone il programma e istruisce il lavoro del convegno;

§  Assemblea: approva il programma e lo verifica in itinere.

2.3     Partecipano al Convegno ed all’Assemblea tutti i capi, gli A.E e, con solo diritto di voto ed elettorato attivo, gli adulti in servizio educativo.

2.4     A livello di regione il sistema decisionale si articola in:

§  Convegno: elabora linee di indirizzo;

§  Consiglio: predispone il programma e istruisce il lavoro del convegno;

§  Assemblea: approva il programma e lo verifica in itinere.

2.5     Nelle Regioni con un elevato numero di capi è possibile adottare il sistema delle assemblee delegate.

2.6     La lettura dei bisogni dei capi a livello regionale può avvenire durante il convegno e/o utilizzando la lettura operata dalle zone.

2.7     Il Consiglio Regionale ha le seguenti funzioni:

§  coordina le attività;

§  elabora il programma e delibera l’attuazione delle attività:

-  legate al programma;

-  ordinarie, come da mandato statutario;

-  straordinarie.

 

3.       Le competenze e i ruoli ai diversi livelli

3.1.        Compiti dei livelli

Fermi restando i compiti attualmente stabiliti dallo Statuto, a questi si aggiungono:

§ per la Zona, la cura della formazione ricorrente dei Capi, in quanto la Zona è il luogo naturale di incontro e confronto degli stessi;

§ per la Regione, l’elaborazione delle esperienze metodologiche delle Zone;

§ per il livello Nazionale, l’elaborazione, in base al patrimonio di esperienze dell’Associazione, di contributi originali riguardanti il mondo dell’educazione.

3.2     Ruoli nella Zona

          Ogni zona decide circa l’istituzione di ruoli elettivi e di nomina.

3.3     Ruoli nella Regione

3.3.1  IMIE

Si mantiene - a titolo sperimentale fino al Consiglio generale 1998 - la figura dell’IMIE, che è componente del Comitato.

3.3.2  BRANCHE

Le Regioni curano il rafforzamento della presenza delle branche nella struttura.

Gli Incaricati alle branche sono nominati, partecipano al Consiglio Regionale con diritto dì voto.

3.4     Ruoli a livello nazionale

3.4.1  L’individuazione e la realizzazione delle attività riguardanti il metodo procedono secondo le seguenti competenze:

§ spetta all’incontro tra gli Incaricati Regionali ed Incaricati Nazionali la elaborazione metodologica e di proposte operative;

§ spetta al Consiglio nazionale la decisione sulle proposte;

§ spetta agli Incaricati Nazionali e ai loro collaboratori la gestione delle decisioni prese.

3.4.2  Si chiede coerenza tra il criterio di scelta degli Incaricati alle branche (nomina o elezione) assunta al livello regionale, con quello da assumere al livello nazionale.

3.4.3  Occorre rivedere l’assetto complessivo delle responsabilità nei rapporti internazionali

3.5     Diarchia

3.5.1  Resta ferma l’attenzione da parte di ogni livello associativo a perseguire la diarchia per ogni ruolo.

3.5.2  La diarchia è inderogabile per i ruoli di Capo Guida, Capo Scout, Presidenti e Responsabili; per gli altri ruoli deve essere sempre garantito un equilibrio numerico dei due sessi all’interno dei collegi.

3.6     Collegialità

La collegialità è uno stile a cui non si vuole rinunciare. Si auspica l’elezione al collegio perché ha permesso spostamenti interni dei ruoli e la possibilità di affrontare momenti di crisi.

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Mozione 4/1995 "Riforma delle strutture associative - 2"

Consiglio Generale; Modalità operative; Riforma delle strutture


 

Strutture - Modalità di lavoro Consiglio generale 1996

Il Consiglio generale 1995

viste le tesi approvate sulla riforma delle strutture, considerata l’opportunità di svolgere i lavori sulle modifiche statutarie del 1996 sulla riforma delle strutture in modo ordinato e organico,

delibera

di porre a base delle votazioni 1996 il testo predisposto dal Comitato centrale comprendente le modifiche statutarie 1990, con le sostituzioni e integrazioni risultanti dalle tesi approvate nel Consiglio generale 1995.

A tale testo dovranno riferirsi eventuali modifiche predisposte dai Consiglieri generali. Qualora l’approvazione di alcuni articoli non raggiunga il quorum richiesto riprendono automaticamente vigore le corrispondenti disposizioni statutarie precedenti al 1990, salvo opportune modifiche di coordinamento che sono proposte e votate alla conclusione dei lavori sull’argomento.

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Mozione 5/1995 "Riforma delle strutture associative - 3"

Riforma delle strutture; Settori associativi


 

Settori Associativi

Il Consiglio generale 1995

constatata l’impossibilità di approfondire l’analisi e la discussione sulla materia dei settori associativi, così come previsto dalla mozione 13/93, rinnova il mandato al Consiglio nazionale, impegnandolo altresì a presentare al Consiglio generale 1996 oltre al risultato della riflessione svolta, una proposta delle corrispondenti modifiche statutarie e/o regolamentari, da coordinarsi con quelle relative alla riforma delle strutture associative.

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Mozione 6/1995 "Progetto Nazionale"

Coeducazione; Progetto nazionale; Verifica


 

Verifica del Progetto Nazionale

Il Consiglio generale 1995, in attuazione del mandato espresso dalle mozioni 19 e 20 del Consiglio generale 1994

rileva:

§ l’eccessiva brevità del periodo di riferimento del progetto, in rapporto alla complessità del tema;

§ che il progetto è risultato troppo articolato e complesso soprattutto nella formulazione;

§ che il progetto, al livello nazionale, ha favorito una riflessione educativa e pedagogica tradotta poi in coerenti esperienze educative;

§ l’impressione che gli obiettivi del Progetto Nazionale espressi in molteplici attività agli altri livelli siano ancora la diretta conseguenza di un “sentire comune”, piuttosto che frutto di una consapevole assimilazione del progetto stesso;

esprime i seguenti indirizzi:

1.    mantenere viva l’attenzione sul tema del Progetto Nazionale, riconoscendone l’attualità,

in particolare sui seguenti aspetti:

§ identità della persona, fondata su valori di solidarietà;

§ importanza delle relazioni interpersonali, intese non come risposta ad un bisogno ma come accoglienza del dono che è l’altro (relazione come “alleanza”, strettamente connessa con i significati della Promessa, della Legge, della coeducazione);

2.    sviluppare con maggiore efficacia percorsi di presenza nel territorio, coerentemente con la nostra peculiare vocazione educativa;

3.    recuperare il carattere di meraviglia di fronte al Creato, per dare più significatività al nostro rapporto con l’ambiente naturale;

4.    dare maggiore attenzione ai contenuti espressi dal Progetto Nazionale nei diversi ambiti di formazione dei Capi;

5.    riprendere ed approfondire i temi espressi nella relazione del Comitato centrale riguardanti le nuove frontiere ed i contenuti emersi nel successivo dibattito assembleare.

Impegna il Consiglio nazionale

a tenerne conto nel lavoro di istruzione del prossimo Progetto nazionale.

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Mozione 7/1995 "Stampa periodica - 1"

Comunicazione; Formazione capi; Stampa associativa


 

Cultura della comunicazione

Il Consiglio generale 1995

Rileva la necessità che tutti i membri dell’Associazione siano pienamente capaci di vivere da protagonisti e non da fruitori passivi nell’odierna società della comunicazione

Ritiene necessario che si crei e si sviluppi, attraverso una puntuale e specifica formazione degli educatori scout, una cultura della comunicazione intesa non solo come “sapere” ma anche come un “saper fare”.

Impegna il Comitato centrale

§ ad inserire il tema della cultura della comunicazione all’interno dell’iter della formazione capi, aggiungendo un apposito capitolo nel manuale del capo campo;

§ a sviluppare il tema attraverso le riviste associati le nazionali per capi e per ragazzi;

§ ad inserire al più presto negli eventi di Formazione Formatori e Quadri, momenti di riflessione sulle tematiche relative alla comunicazione.

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Mozione 8/1995 "Stampa periodica - 2"

Associazioni scout nel mondo; Informazione; Volontariato


 

Rete informativa comune

Il Consiglio generale 1995

all’approssimarsi del terzo millennio, riconoscendo l’importanza di spingere più avanti la nostra frontiera della comunicazione e della condivisione dell’impegno ecclesiale, sociale e politico, al fine di una proposta più incisiva e qualificata,

accoglie

l’invito, proveniente da vari ambiti dell’associazionismo cattolico e dal mondo del volontariato, a collaborare per la realizzazione di una rete informativa comune.

Impegna

il Comitato centrale a proseguire ed approfondire i contatti già in corso con gli altri soggetti interessati e a predisporre uno studio di fattibilità, nelle forme e modalità che riterrà più opportune per l’attuazione di tale rete.

Tale studio dovrà essere completato entro il Consiglio generale 1996, che dovrà deliberare in merito.

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Mozione 9/1995 "Stampa periodica - 3"

Commissione; Informazione; Stampa associativa


 

Riflessioni sulla stampa periodica

Il Consiglio generale 1995

considerata la ricchezza delle riflessioni prodotte dalla Commissione sulla Stampa Periodica, che non è stato possibile sottoporre integralmente all’attenzione del Consiglio

delibera

che tali riflessioni costituiscano documento di lavoro, confronto e discussione in uno dei prossimi Consigli nazionali.

Tale documento sarà redatto a cura degli animatori della Commissione.

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Mozione 10/1995 "Formazione capi"

Formazione capi; Formazione quadri; Quadri associativi


 

Formazione quadri

Il Consiglio generale 1995

approva le linee di indirizzo qui di seguito riportate: 

§ Ritenuto positivo l’avvio degli eventi di formazione per Capi Gruppo, si condivide la prospettiva di una loro prosecuzione nel tempo. Si è valutato opportuno che la gestione di tali eventi sia e rimanga delle Regioni per quanto attiene alla formazione ad inizio del mandato, delegando alle Zone l’organizzazione di momenti, anche all’interno degli spazi dei Consigli di Zona, di verifica ed aggiornamento. Nelle Regioni in cui i gruppi sono limitati continui l’appoggio delle Aree, se questo è ritenuto necessario dalle stesse Regioni.

§ Per quanto attiene invece alla formazione dei Responsabili di Zona, si ritiene fondamentale che il coordinamento degli eventi rimanga a dimensione nazionale con modalità decentrate di attuazione, delegandone l’organizzazione alle Aree o alle Regioni se queste sono grandi, per un più facile accesso dei Responsabili di zona al campo e per garantire una maggiore connessione alla dimensione territoriale dei Responsabili di Zona. Rispetto a quanto appena esposto si è comunque dell’avviso che tali contenuti siano ormai patrimonio comune in Associazione trattandosi di figure definite.

§ Si chiede che venga data particolare attenzione, a tutti i livelli formativi, alle tecniche di animazione per adulti al fine di rendere i processi comunicativi operativamente più efficaci.

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Mozione 11/1995 "Modifiche allo Statuto"

Agesci; Art. 41; Consiglio Generale; Patto Associativo; Statuto


Art. 41 - Modalità di deliberazione al Consiglio generale

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Mozione 12/1995 "Modifiche al Regolamento del Consiglio generale - 1"

Agesci; Art. 13; Consiglio Generale; Regolamenti


Art. 13 - Regolamento del Consiglio generale

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Mozione 13/1995 "Modifiche al Regolamento Organizzazione"

Art. 7; Art. 16; Art. 19; Art. 20; Art. 21; Art. 22; Art. 23; Art. 28; Coeducazione; Distintivi scout; Figura del capo; Marchio scout; Regolamento organizzazione


Art. 7- 10.1 Capi nelle unità monosessuate

Art. 16 - 10.2 Distintivi - Organizzazione (c. Uniformi e distintivi)

Art. 19 - Emblema Branca Lupetti

Art. 20 - Emblema Branca Coccinelle

Art. 21 - Emblema Branca E/G, R/S, Capi o A.E.

Art. 22 - Emblema Regionale

Art. 23 - Indicazione di Gruppo

Art. 28 - Distintivi di competenza

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Mozione 14/1995 "Modifiche al Regolamento del Consiglio generale - 2"

Art. 5; Art. 6; Consiglio Generale; Regolamenti


Insediamento degli organi consiliari

Art. 5, ultimo comma

Art. 6, primo comma

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