Mozioni del Consiglio Generale AGESCI

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Mozione 1/1992 "Relazione del Comitato centrale - 1"

Balcani; Burkina Faso; Dimensione internazionale, cittadino del mondo; Obiettivi educativi; Relazione Comitato Centrale; Scautismo internazionale


 

Il Consiglio generale 1992,

valutando

quanto contenuto nella relazione del Comitato centrale riguardo le tematiche internazionali,

giudica

positivo il lavoro sin qui svolto e le linee seguite,

ritiene

opportuno sottolineare i punti seguenti, al fine di orientare la politica associativa, impegnando il Comitato centrale ed il Settore Rapporti e Animazione Internazionali al suo perseguimento: 

1.        Integrazione europea

Il Consiglio generale è consapevole delle notevoli trasformazioni socio-politiche connesse con l'integrazione europea e delle loro ricadute educative che ci riguardano in modo particolare in quanto movimento internazionale. Andranno in questo senso valorizzare le proposte dei Comitati europei scouts e guide privilegiando gli obiettivi educativi in collaborazione con Incaricati al Metodo e agli Interventi Educativi - Branche - Formazione capi in merito a:

a.    collegamenti diretti tra. analoghi Settori di competenza delle diverse Associazioni;

b.    attività rivolte ai ragazzi (esempio Eurofolk 1993, dove sarà richiesta una particolare presenza italiana);

c.    scambi nella Formazione capi e negli staff dei Centri Scouts e Guide.

d.    Dovranno essere inoltre valorizzate le opportunità offerte dalle Istituzioni europee (es.: Gioventù per l’Europa). 

2.        Paesi del Sud del mondo

Si riafferma quanto già deliberato dal Consiglio generale 1991 riguardo il prosieguo delle esperienze di cooperazione con il Burkina Faso e la sua verifica nel Consiglio generale 1993 in vista della scadenza dell’accordo con le Associazioni Scouts e Guide Burkinabè.

Il Consiglio generale

impegna

altresì il Comitato centrale ed il Settore Rapporti e Animazione Internazionali a valutare l’opportunità di estendere l’impegno in altre aree, con continuità di stile e contenuti (ad es.: Senegal, Etiopia e Africa in genere, America Latina).

Particolare attenzione dovrà essere dedicata al tema della presenza di extra-comunitari nel nostro Paese, collegando l’esperienza di rapporti internazionali con quelle effettuate in Italia e promuovendo a tutti i livelli una riflessione pedagogica ed educativa. Questo aspetto dovrà essere oggetto di specifici collegamenti con Associazioni di scouts e/o guide che abbiano maturato un’esperienza nel rivolgere la proposta educativa ad ambiti multiculturali e multireligiosi. 

3.        Europa centrale ed orientale

Il Consiglio generale

impegna

il Comitato centrale a continuare le esperienze di collaborazione in Slovenia, Romania e Moldavia, includendo inoltre nei prossimi progetti l’Albania. Ciò avverrà in continuità di dialogo con le Organizzazioni Mondiali (WOSM, WAGGGS, CICS, CICG), in coordinamento ove possibile con il CNGEI, e individuando preliminarmente itinerari progettuali organici sul modello dell’educazione allo sviluppo comunitario», già elaborati per l'impegno verso il Sud del Mondo. Andranno favoriti in particolare gli scambi nella Formazione capi ed il diretto rapporto tra i giovani, valorizzando le esperienze già in atto e diffondendone nel modo più ampio i risultati. 

Per attuare le indicazioni sopra riportate il Settore Rapporti ed Animazione Internazionali dovrà essere dotato delle necessarie risorse umane ed organizzative a livello di Segreteria Centrale, aumentando dal 1993 quelle attualmente esistenti e tenendo conto del progetto sugli uffici centrali che l’Incaricato preposto sta elaborando. Tale adeguamento dovrà in particolare rendere possibile un efficiente accesso da parte di tutti gli associati alle informazioni relative alle attività internazionali ed alla loro diffusione nei diversi livelli associativi.

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Mozione 2/1992 "Centro Studi e Documentazione"

Centro documentazione; Organizzazione; Progetti


 

Il Consiglio generale 1992,

esaminato

il documento sul Centro Studi e Documentazione e condivise le esigenze di:

-  migliorare l’elaborazione e verifica dei dati e delle tendenze emergenti dai censimenti e dai momenti associativi (Campi Scuola, eventi, ecc.);

-  garantire lo scambio di dati e informazioni tra i livelli associativi;

-  conoscere in parallelo le tendenze del mondo giovanile; ricercare un migliore livello scientifico su temi attinenti l’educazione;

dà mandato

al Comitato centrale di nominare un Incaricato che abbia il compito di predisporre un piano operativo di fattibilità rispetto a ruoli, competenze, canali di accesso, rapporti reciproci e con l’esterno concernenti:

a.    una segreteria in grado di gestire direttamente i dati di tendenza e i documenti di uso corrente (vedi in calce), oggi non attuabile;

b.    un centro di ricerca e studio autonomo sul piano giuridico e finanziario (vedi in calce).

Il piano di fattibilità sarà presentato al Consiglio generale 1993 per la sua approvazione, previo dibattito in Consiglio nazionale. 

 

Allegato

a.    Potenziamento della nostra capacità di gestione diretta di dati e di documenti di uso corrente + archivio “vivo” (ipotesi: 10 anni indietro), mediante:

-  informatizzazione massima dei testi (scanner, banca dati interna, collegamenti di computer centro-periferia, ecc.),

-  micro filmatura di documenti tipo schede e tabulati di vecchi censimenti.

Problemi aperti: regolamentazione dell’accesso.

b.    Costituzione di un centro di ricerca e studio, autonomo sul piano sia giuridico sia finanziario (ad es. Fondazione), coordinato al livello politico associativo negli indirizzi (Consiglio Direttivo, Comitato Scientifico) e nel funzionamento (priorità alla committenza associativa);

-  affidamento ad esso in comodato e gestione dell’archivio “morto” (che resta di proprietà Agesci), fornitura di dati da noi elaborati secondo opportunità e ricerche in corso;

-  richiesta ad esso di studi specifici o di verifiche/approfondimenti tematici su elaborazioni interne;

-  utilizzo dello stesso come luogo e/o veicolo di rapporti e presenza dell’Associazione (da cui il Centro dipende ed a cui è legato funzionalmente);

-  collaborazione con altre forze scout: apertura a disponibilità esistenti (MASCI, anche tramite l’esperienza del Centro “Mario Mazza”).

Problemi aperti: ulteriori collegamenti (RS Servire, Esperienze & Progetti, Ente Baden, altri Centri Studi, CNGEI).

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Mozione 3/1992 "Laboriosi ed economi"

Agesci; Commissione; Economia; Essenzialità; Laboriosi ed economi


 

Il Consiglio generale 1992,

ritenendo

fondamentale sottolineare l’importanza di educare ad un corretto uso di:

- risorse economiche;

- aspetti organizzativi erogatori di servizi;

- rapporti con le istituzioni e le amministrazioni locali,

considerando

che si tratta di strumenti di supporto ad un’educazione incisiva e portatrice di cambiamento, se inseriti in uno spirito di essenzialità e corretto uso delle risorse,

riconoscendo

lo sforzo fatto negli ultimi anni per dare una dimensione progettuale globale alle scelte economiche dell’Associazione,

chiede 

al Capo Scout e alla Capo Guida di nominare una commissione di Consiglieri generali con il compito di elaborare un documento per il Consiglio generale 1994 che permetta l’inizio di una ampia riflessione sull’argomento, in cui siano evidenziati responsabilità e coinvolgimento dei vari livelli associativi.

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Mozione 4/1992 "Settori associativi"

Progetto nazionale; Settori associativi


 

Il Consiglio generale 1992,

impegna

il Consiglio nazionale nella sua prossima riunione a definire il ruolo e la struttura dei Settori all’interno dell’Associazione come già richiesto nel Consiglio generale 1991, anche relativamente alla realizzazione del Progetto nazionale, valutando attentamente i contributi proposti dai Settori. Il Consiglio nazionale dovrà individuare i Settori che necessitano costantemente e stabilmente di una attenzione, rielaborazione metodologica e diffusione all’interno dell’Associazione e quelli più strettamente legati alla realizzazione del Progetto nazionale.

Il Consiglio generale 1993 verificherà il lavoro dei Settori sulla base della delibera del Consiglio nazionale.

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Mozione 5/1992 "Relazione del Comitato centrale - 2"

Accoglienza; Agesci; Educazione alla politica; Intercultura; Relazione Comitato Centrale; Scelta politica; Solidarietà


 

Il Consiglio generale 1992,

approva

la relazione del Comitato centrale e fa propria la lettura sul contesto nel quale si colloca la nostra azione educativa. Nella prospettiva di un’Europa unita e anche di un mondo in cui tutti i diversi sono sempre più vicini l’uno all’altro, si sottolinea la necessità di un’educazione che porti alla conoscenza, al rispetto e alla solidarietà con coloro che sono diversi da noi. Questo vale anche all’interno del nostro Paese, dove il rispetto e la solidarietà sono valori ancora deboli e bisognosi di una speciale attenzione pedagogica. Sta crescendo infatti l’attenzione al particolare piuttosto che la responsabilità per il bene comune (vedi, ad esempio, il fenomeno del leghismo).

Nel rivalutare lo sforzo che l’Associazione ha fatto con il documento sull’impegno politico e civile del 1988, attraverso un itinerario di riflessione e di formazione politica, che veda coinvolti tutti i livelli associati, in particolare

impegna

il Comitato centrale

- attraverso la Formazione capi e la stampa a stimolare una pista di riflessione personale del Capo;

- attraverso i Responsabili centrali al Metodo e agli Interventi Educativi (con le Branche ed i Settori per la loro specifica competenza) ad una rilettura organica degli strumenti del metodo, al fine di delineare itinerari di educazione al senso politico.

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Mozione 6/1992 "Bilancio Agesci"

Agesci; Assicurazione; Bilancio; CNUD; Cooperative scout; Quota associativa


 

Il Consiglio generale 1992,

letta

la relazione economica del Comitato centrale,

a. impegna

il Comitato centrale a:

1.    presentare al prossimo Consiglio generale le variazioni al conto preventivo 1993 e quelle al conto preventivo 1994 secondo una nuova aggregazione delle voci per settori associativi di competenza e per omogeneità di spesa, permettendo altresì di individuare la destinazione delle risorse per impegni progettuali;

2.    autorizzare in forma preventiva quelle spese che nel corso dell’anno eventualmente superino gli stanziamenti di bilancio previsti;

3.    anticipare alle Regioni durante il mese di gennaio il 30% del ristorno previsto per l’anno calcolato sul numero dei censiti dell’anno precedente e a erogare il saldo a presentazione del progetto economico regionale;

4.    predisporre, sulla base dei dati conoscitivi necessari, un progetto relativo alle basi e ai terreni da campo e un regolamento di massima per l’intervento in aiuto di esigenze straordinarie delle Regioni in questa materia;

5.    a predisporre in collaborazione con le Regioni un progetto di comunicazione informatica tra centro e periferia con l’individuazione degli strumenti tecnici necessari per ogni livello delle strutture;

6.    organizzare all’interno della “Convention economica” di ottobre 1992 un momento di studio sugli argomenti di cui al punto 4 e sulle proprietà immobiliari insieme all’Ente Mario di Carpegna e alle analoghe strutture presenti ai livelli regionali, nonché un momento seminariale dedicato all’esame delle esigenze informatiche delle strutture centrali e periferiche;

7.    fornire il contributo previsto dal bilancio per la rivista “R/S Servire” in forma fissa entro il mese di settembre di ogni anno.

 

b.  Vista inoltre la necessità di rinnovare i contratti di assicurazione per gli associati,

dà mandato

al Comitato centrale di provvedere alla stipula di nuovi contratti che garantiscano la copertura dai rischi di:

-  responsabilità civile,

-  spese legali civili e penali,

-  spese straordinarie sanitarie e di trasporto in Italia e all’estero,

-  infortuni,

prevedendo massimali non inferiori a 200 milioni in caso di invalidità permanente.

Tali contratti potranno prevedere stipula e versamento del premio a livello centrale con denuncia dei sinistri a livello locale. Inoltre potranno prevedere, contrattate centralmente, polizze integrative a disposizione dei Gruppi per coperture particolari. La stampa per Capi e per ragazzi divulgherà in modo comprensibile i caratteri fondamentali della nuova copertura assicurativa.

 

c.  Lette le relazioni del Comitato Permanente Forniture e della Commissione economica

impegna

il Comitato centrale ed il Comitato Permanente Forniture ad utilizzare la Società Cooperativa Nuova Fiordaliso S.r.l. per l’esame merceologico relativo alle forniture sino ad ora svolto dal Comitato Permanente Forniture, individuando le forme più opportune per garantire il trasferimento delle conoscenze tecniche maturate all’interno dello stesso Comitato alla Cooperativa citata.

 

d.  Letto il conto consuntivo 1991

approva

lo stesso così come presentato dal Comitato centrale.

e.  Letto altresì il conto preventivo 1992

approva

lo stesso unitamente alle variazioni di seguito riportate:

 

voce

 

da

a

 

 

(in milioni di Lire)

D1,6 I

Org.

  38

  35

D1,6 VI

Viaggi CSN

  65

  70

D2,5 I

Org.

    5

    8

D3,20

Scuola Formatori

  14

    9

D3,40

Convention

    2

    3

D3,46

Prog. Sv. com.

    8

    9,5

D3,50

Jamboree Ande

    4,5

    5

D3,51

Libro dir. bamb.

    2

    /

D3,52

Int. com. Wagggs

    2

    /

E4

Proposta Educativa

189

160

E6

Agescout

115

110

E8

Cocagenda

    /

  35

G6,2

Imposte tasse -ENMC

  12

  62

G6,5

Campi regionali

  50

    /

 

f.   Letto infine il conto di previsione 1993

stabilisce

la quota annuale di censimento nella misura di Lire 32.000 (trentaduemila) soprattutto per coprire adeguatamente i nuovi premi assicurativi;

approva

la nuova modalità di ristorni alle Regioni prevista nella relazione economica del Comitato centrale garantendo come livello minimo quanto già assicurato per il 1992 alle regioni Umbria, Molise e Basilicata;

approva

il bilancio suddetto con le seguenti variazioni:

 

voce

 

da

a

 

 

(in milioni di Lire)

Al

Quote Associative

        4.675

5.984

D1,6 VI

Rimborsi Viaggi CSN

             73

     80

D1,6 VII

Contrib. II.RR. F.C.

               /

       5

D2,5 I

Odc Org.

               6

     15

D2,5 II

Odc/AVS

               /

       1

D2,9

Foulard Blancs

             11

       7

D3

Manifestazioni Sociali

           102

   109

D3,20

Scuola Formatori

               /

       5

D3,51

Libro dir. bamb.

               /

       2

E5

R/S Servire

            87

     75

F1,1

Aliquote Regioni/Zone

          790

   798

F2

Assicurazioni

               /

1.122

F2,1

Polizza Infortuni

          269

       /

F2,2

Polizza RC

            25

       /

G1,2

Consiglio Nazionale

            16

     20

G1,3

Commissioni Varie

              5

     10

G1,4

Centro Studi e Documentazione

              5

     10

G2,1

Collaborazioni

            80

   110

G2,15

Sv. prog. form. CED

            30

     50

G2,16

Progetto Inf. Perif.

               /

     50

G4,5

Campi Regionali

               /

   100

G6,2

Imposte e tasse

            15

     85

G6,5

Campi Regionali

          100

       /

H1,9

Istituto Sostentamento del Clero

               /

       5

con un riporto di

9.000.000

 

 

g.  Letto il Progetto Economico Triennale 1992-1994 presentato dal Comitato centrale lo approva nel seguente testo.

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Mozione 7/1992 " Progetto nazionale triennale "

Commissione; Progetto nazionale; Verifica


 

Il Consiglio generale 1992

dà mandato

al Capo Scout e alla Capo Guida di costituire entro giugno 1992, come previsto dall’art. 3 del Regolamento del Consiglio generale, una commissione del Consiglio generale 1992 che, in considerazione degli obiettivi e delle linee emerse dal Progetto nazionale, presenti al Consiglio generale 1993 (dandone previa informazione al Consiglio nazionale), una proposta che (ad integrazione del Progetto nazionale) individui indicatori, tempi e modalità di verifica del Progetto stesso tenendo conto delle seguenti indicazioni:

- il Progetto nazionale, innestandosi nel cammino associativo, va inteso come strumento aperto - in “continuum” - che di questa storia si fa carico e nella sua verifica ne permette lo sviluppo futuro; in questo senso il raggiungimento degli obiettivi andrà valutato anche in termini di diffusione e valorizzazione della cultura associativa, patrimonio comune e in continua evoluzione;

- i livelli di verifica andranno centrati su:

§  coerenza degli sviluppi in mete intermedie e programmi con gli obiettivi indicati;

§  efficacia dei percorsi scelti e della loro utilizzazione;

§  valutazione “in itinere” ai vari livelli rispetto al lancio, all’accoglienza e all’utilizzo del Progetto stesso.

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Mozione 8/1992 "Dalle «urgenze del Sud» lo stimolo per un nuovo rilancio dell'educazione come fatto politico "

Educazione alla politica; Educazione non emarginante; Laboratori; Meridione; Prrrresenza nel territorio; Progetto nazionale; Scautismo in realtà disagiate


 

Il Consiglio generale 1992 ascoltato il dibattito sul Progetto nazionale e in particolare sulle specifiche difficoltà di essere Capi educatori al Sud, consapevole delle ricchezze della realtà meridionale,

ritiene

urgente richiamare il significato educativo della testimonianza e la necessità di assunzione di responsabilità, prendendo così maggiore coscienza del valore politico dell’educazione e verificandone l’incidenza nella realtà. Pertanto

dà mandato

al Consiglio nazionale di promuovere un “laboratorio” che:

1.    rilegga gli strumenti del metodo più significativi per l’educazione alla politica (vedere, giudicare, agire), calandone l’utilizzo nelle specifiche realtà territoriali (in particolare aree marginali e a rischio), a partire dall’analisi meridionale;

2.    offra, a partire da questa analisi, stimoli per la realizzazione di azioni concrete nell’ambito di:

-  eventi di Formazione capi regionale e nazionale;

-  eventi regionali per ragazzi;

-  stampa associativa;

3.    dia indicazione e favorisca la circolazione delle esperienze sulla gestione dei rapporti con le altre agenzie educative e con la Chiesa locale;

4.    favorisca attività di incontro e di scambio fra Nord e Sud.

Il Consiglio nazionale

dovrà

avviare tale “laboratorio” al più presto, all’interno della programmazione conseguente l’approvazione del Progetto nazionale, e renderà noto al Consiglio generale 1993 il piano operativo triennale del Laboratorio medesimo per l’attuazione di quanto indicato in questa mozione.

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Mozione 9/1992 "Presenza disabili"

Educazione non emarginante; Handicap; Progetto nazionale; Scautismo M.T. (d'estensione)


 

Il Consiglio generale 1992

viste

§      l’attenzione dedicata dal Progetto nazionale al tema della diversità e la necessità di attivare Capi e Unità su tale tema, la mancata attuazione di quanto già richiesto sul tema dell’Educazione non Emarginante e dell’inserimento degli handicappati presenti nei deliberati del Consiglio Generale 1989,

§      l’attenzione crescente nei Gruppi e nelle Zone nei confronti dell’inserimento dei “diversi” nelle Unità e in particolar modo delle persone con handicap,

§      la mancanza di una elaborazione culturale e metodologica a livello nazionale su tale esperienze,

§      la consistenza del fenomeno che può oggi essere stimato in una presenza di almeno il 2% di soci Agesci disabili,

dà mandato

al Consiglio nazionale, nell’ambito della programmazione conseguente l’approvazione del Progetto nazionale, di:

a.    predisporre strumenti e organizzare eventi per raccogliere e valorizzare le esperienze di inserimento nelle Unità dei “diversi” ed in particolare delle persone disabili;

b.    provvedere ad avviare una elaborazione culturale e metodologica conseguente.

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Mozione 10/1992 "Progetto nazionale"

Analisi sociologica; Coeducazione; Comunità Capi; Educazione alla politica; Essenzialità; Evangelizzazione; Figura del capo; Missione educativa; Missione profetica; Progetto educativo; Progetto nazionale; Proposta metodologica; Simbolismo; Solidarietà; Valori di riferimento


 

Il Consiglio generale 1992,

valutando

positivamente il lavoro svolto dalle commissioni e dal Consiglio generale,

approva

complessivamente il documento recante il Progetto nazionale e demanda al Consiglio nazionale la riflessione sulle modalità di istruzione del Progetto approvato al fine di trarne indicazioni utili per il lavoro sul futuro Progetto nazionale, nonché al Capo Scout e alla Capo Guida di apportare le correzioni puramente formali al testo approvato.

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Mozione 11/1992 " Progressione Personale Unitaria "

Branca E/G; Branca L/C; Branca R/S; Legge scout; Passaggi; P.P.U.


 

Il Consiglio generale 1992

approva

a.    il documento “Progressione Personale Unitaria” nelle seguenti parti:

1.    “La Legge scout” con le seguenti modificazioni:

§ all’ultimo capoverso del punto 3) a pag. 5 (del documento distribuito in Consiglio generale 1992), dalla quinta riga sostituire con: «Infatti la Legge scout in Reparto dovrebbe essere ormai interiorizzata e tradotta in comportamenti di vita quotidiana (conta di più, rispetto al che cosa posso fare in famiglia, a scuola, al lavoro, nel servizio, nella comunità scout, ecc., quanto sono coerente, affidabile, responsabile, capace di condurre a termine le cose)»;

§ al punto 4 (stesso documento sopra citato) sostituire nella seconda riga la frase «È parametro con cui misuro il modo in cui faccio il mio cammino» con «È tensione che mi spinge a camminare».

2.    «Gli ambiti di crescita esterni all’Associazione»;

impegna 

b.    il Comitato centrale ad effettuare la traduzione pedagogica e metodologica dei documenti approvati sulla Progressione Personale Unitaria attraverso la nuova stesura dei Regolamenti, entro il Consiglio generale 1994, tenendo conto dei contributi realizzati a livello regionale;

lo impegna

c.    altresì, in particolare, evidenziando la Promessa come elemento unificante di tutta la parabola scout:

1.    a definire il rapporto tra il cammino di Progressione Personale e il tempo di permanenza in ciascuna Branca con possibilità di modifiche rispetto alla situazione attuale, pur ricordando le singolarità di ciascun cammino di Progressione Personale;

2.    a definire criteri che identifichino il momento del passaggio, al fine di fornire ai Capi degli strumenti di verifica per valutare il momento ottimale di salita alla Branca successiva;

3.    a produrre, in relazione ai punti 1 e 2, una riflessione sul ruolo del Consiglio degli Anziani e dell’Alta Squadriglia;

4.    a completare l’attuale elaborazione sulla Progressione Personale in Branca R/S precisando meglio il rapporto con la Legge e i 4 punti di B.-P.;

impegna

d.    il Comitato centrale ad attuare, riferendone al Consiglio generale 1994, un’indagine che studi un campione rappresentativo di ogni fascia d’età attraverso due fasi:

-  la prima, di analisi numerica che punti all’individuazione delle età critiche e dei picchi d’uscita dall’Associazione;

-  la seconda, di analisi qualitativa, con l’obiettivo di individuare una correlazione tra dati numerici e contesto socio-economico - educativo - territoriale - metodologico - etc., in cui le Comunità capi operano. I soggetti di questa indagine saranno le Comunità capi affinché avviino al loro interno una riflessione globale sulla permanenza dei ragazzi in Gruppo e conseguentemente sull’efficacia della proposta educativa.

Destinatari dei risultati dell’indagine saranno le Branche ai vari livelli;

impegna

e.    il Comitato centrale ad avviare una riflessione sui percorsi di crescita che facciano riferimento alla figura di uomo/donna della Partenza (documento approvato dal Consiglio generale 1990), affinché tali percorsi, da attuare con tempi e modi diversi rispetto a quelli della Progressione Personale Unitaria tengano effettivamente conto dell’identità sessuata dalla persona.

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Mozione 12/1992 "Formazione capi - 1"

Bisogni informativi; Formazione capi; Formazione formatori; Iter formativo


 

Il Consiglio generale 1992

condividendo

l’analisi e i dati riportati nella relazione della Commissione di studi sulla «fattibilità» del nuovo iter;

considerando

positivamente il fatto che le domande di partecipazione agli eventi di Formazione capi nazionali e regionali siano sensibilmente aumentate sia per la crescente consapevolezza dei bisogni formativi dei Capi, sia per l’avvicinamento dell’abolizione della “norma transitoria”;

ritenendo

opportuno gestire questo momento in particolare:

1.    realizzando un incremento del numero di Capi e di formatori;

2.    investendo risorse e idee nella formazione dei formatori e stimolando gli staff dei Campi affinché sappiano individuare al loro interno nuove potenzialità e futuri Capi Campo;

3.    sperimentando occasioni di integrazione tra Regioni che puntino sia a dare risposte all’aumento di domande formative sia a definire una maggiore omogeneità nelle politiche e nelle scelte formative;

avvertendo

la necessità di acquisire altri dati e valutazioni per le successive deliberazioni sull’iter;

dà mandato

al Comitato centrale di proseguire nel lavoro sul “Progetto di fattibilità” individuando per il Consiglio generale 1993:

a.    le risorse necessarie per rispondere in modo adeguato ai nuovi fabbisogni formativi;

b.    le risorse di formatori potenzialmente disponibili nei livelli regionali e nazionali;

c.    i supporti organizzativi ed economici, con riguardo anche agli investimenti necessari perché sia il livello centrale che il livello regionale vengano dotati di strumenti informativi tali da poter meglio seguire l’evoluzione formativa dei Capi;

d.    una valutazione puntuale della fattibilità del nuovo iter alla luce dei vincoli e delle risorse che l’analisi evidenzierà;

e.    le modalità di passaggio dal vecchio al nuovo iter.

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Mozione 13/1992 "Formazione capi - 2"

Capi campo; Criteri; Formazione al ruolo; Formazione capi; Verifica


 

Il Consiglio generale 1992

approva

i seguenti criteri per la nomina dei Capi Campo Nazionali.

1.    Prerequisiti per la nomina

-  essere Capi brevettati;

-  avere maturato esperienza diretta come Capo Unità o come Quadro nel ruolo al quale il Campo forma;

-  essere presentato (mediante curriculum) dal Comitato centrale o da un Comitato Regionale o da uno staff di Campo (Capi Campo).

2.    Requisiti (da utilizzare in sede di presentazione e di decisione)

-  avere una esperienza significativa come Capo Campo di formazione metodologica (regionale) ed essere stato Aiuto in un Campo di formazione associativa ovvero Assistant ai Campi di formazione associativa nazionale;

-  saper far acquisire conoscenze, capacità, atteggiamenti, processi di apprendimento attivo;

-  avere una buona attenzione e partecipazione al dibattito associativo;

-  saper lavorare in equipe con uno stile di aperta collaborazione nello staff facendo attenzione al trapasso delle nozioni e alla assunzione di responsabilità personale;

-  essere disponibili all’aggiornamento e alla formazione permanente.

3.    La nomina: modalità e tempi

-  viene effettuata dal Comitato centrale (sulla base di un procedimento istruttorio a responsabilità del Settore Formazione capi Nazionale che raccoglie le segnalazioni sentito il Comitato Regionale di provenienza del candidato);

  la nomina ha durata triennale e viene decisa nella riunione di ottobre del Comitato centrale.

4.    La verifica alla fine del triennio

     Valutazione circa i risultati raggiunti in merito a:

-  obiettivi del Campo nella duplice dimensione di:

-  evento specifico di formazione;

-  contributo al più complessivo processo formativo associativo;

-  materiali prodotti;

-  contributo significativo ai processi formativi in Agesci;

-  aspetti economico-organizzativi;

impegna

il Comitato centrale ad elaborare modalità concrete e sperimentali di attuazione dei criteri di verifica dei Capi Campo da presentare al Consiglio generale 1993.

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Mozione 14/1992 "Formazione capi - 3"

Capi campo; Comitato Centrale; Formazione capi; Regioni


 

Il Consiglio generale 1992, alla luce dei criteri di nomina dei Capi Campo nazionali di cui alla mozione 13,

considerando

non esaurite tale tematica e la novità di alcuni suoi elementi costitutivi,

individua

i seguenti impegni di lavoro ed i relativi destinatari: 

1.    le Regioni, abbiano come punto di riferimento nella delineazione di propri criteri di nomina dei Capi Campo Regionali, i criteri adottati per il livello nazionale;

2.    il Comitato centrale ed i Comitati Regionali, nel reperire i formatori, utilizzino i seguenti canali:

-  le segnalazioni delle Regioni e delle Zone;

-  le segnalazioni degli staff di Campo (Capi Campo Nazionali e Regionali).

Ispirandosi a criteri di trasparenza negli accessi, va garantita la comunicazione precisa e puntuale fra Centrale/Regioni e/o Regioni/Zone dei nominativi segnalati.

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Mozione 15/1992 "Formazione capi - 4"

Bisogni formativi; Formazione capi; Formazione formatori


 

Il Consiglio generale 1992

ritiene

che la proposta di scuola formatori presente nell’allegato documento del Settore Formazione capi risponda in modo coerente alle linee tracciate nel profilo del formatore e garantisca omogeneità e analoga qualità al livello nazionale e al livello regionale;

sottolinea

-  il carattere sperimentale di una proposta che vuole essere organica e destinata a tutti i formatori;

-  che tale proposta prevede una serie di iniziative mirate a dare risposta a bisogni avvertiti dai formatori ed impegna i Capi Campo ad una partecipazione motivata da:

1.    ricerca di punti di riferimento comuni,

2.    bisogno di scambio e di confronto;

3.    valorizzazione del ruolo e delle competenze,

4.    richiesta di supporti all’Associazione;

valuta

la proposta valida anche per la formazione formatori a livello regionale;

chiede

-  che le iniziative proposte nel documento allegato siano realizzate e quindi sottoposte a verifica al Consiglio generale 1994;

-  che, in particolare per i Capi Campo delle ROSEA, sia previsto entro il Consiglio generale 1994 un evento comune di formazione formatori.

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Mozione 16/1992 "Formazione capi - 5"

Aree territoriali; Formazione capi; Formazione formatori; Regioni; Sperimentazione


 

Il Consiglio generale 1992, nell’ambito delle attuali esigenze di sviluppo organizzativo del Settore Formazione capi,

ribadendo

che l’integrazione delle politiche formative tra Regioni diverse, e tra Regioni e livello nazionale, è orientamento irrinunciabile del Settore,

approva

-  l’ipotesi di sperimentazione di “aree organizzative territoriali” accorpanti più Regioni e definite sulla base dei fabbisogni formativi, al fine di permettere una diffusione e valorizzazione razionale delle risorse formative;

-  l’individuazione di dette aree, su proposta degli Incaricati Regionali di Formazione capi, con delibera a cura del Consiglio nazionale del giugno 1992;

-  gli obiettivi di questa sperimentazione organizzativa che riguarderanno:

a.    l’impostazione del calendario dei Corsi regionali di Branca a livello di area;

b.    la realizzazione per il 1992/93 degli eventi di formazione formatori, pertinenti al livello regionale, su un’impostazione condivisa da tutte le Regioni appartenenti all’area e coordinata con le altre aree a livello nazionale.

La sperimentazione deve realizzarsi senza penalizzare le Regioni più distanti, prevedendo forme di contributo nazionale alle spese di viaggio.

Una prima verifica di questa sperimentazione è demandata al Consiglio generale 1994 all’interno della più ampia verifica della scuola formatori.

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Mozione 17/1992 "Formazione capi - 6"

Formazione capi; Formazione quadri; Progetti; Quadri associativi; Seminari; Zona


 

Il Consiglio generale 1992, riconosce

le attività di formazione per Capi in servizio di Quadro in Associazione utili come occasioni formative sebbene ancora in via sperimentale e

considerando

che è mancato il tempo necessario per la discussione e l’elaborazione di una proposta organica

delibera

che comunque il Comitato centrale realizzi i seguenti eventi proposti per il 1992/93:

a.    seminario per l’integrazione dei progetti

b.    due week-end per i Responsabili di Zona

che saranno opportunamente verificati dal Consiglio generale 1993 nell’ambito delle decisioni che esso dovrà deliberare in merito.

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Mozione 18/1992 "Educazione alla fede"

Convegni Giona; Educazione alla fede; Equipe fede; Formazione capi; Formazione degli AE


Il Consiglio generale 1992,

approva


il documento "Educazione alla fede".

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Mozione 19/1992 "Patto Associativo"

Agesci; Modalità operative; Patto Associativo


 

Il Consiglio generale 1992,

vista

la mozione sul Patto Associativo approvata dal Consiglio generale 1988;

analizzate

le ipotesi di lavoro relative alla sua revisione;

ritenendo

importante, a questo punto della storia associativa, una rinnovata condivisione del «comune sentire» su principi e valori che ci uniscono nella prospettiva del servizio educativo in Associazione,

ritiene

che tutta l’Associazione debba essere coinvolta in un dibattito che permetta una più approfondita maturazione da parte dei Capi del contenuto del Patto Associativo;

delibera

di giungere ad una sua ristesura alla luce del cammino associativo di questi ultimi anni nei modi e nei tempi di seguito esplicitati (vedi tabella):

 


CHI
FA COSA

QUANDO

Comitato centrale

Nomina una commissione ristretta che ha il compito di coordinare i lavori

giugno 1992

Regioni

Nominano un Consigliere Generale per Regione quale referente con il compito di raccogliere il materiale che viene prodotto in Regione;

predispongono per la propria Regione la modalità di lavoro;

giugno 1992

Consigli Regionali

Ciascun Consiglio Regionale (al cui interno c’è quindi un referente), con modalità e tempi che riterrà opportuni, avvia il lavoro di approfondimento e di definizione dei contributi;

sett. ’92-mar. 93

Commissione

Si preoccupa di far circolare velocemente, tra i referenti, tutto il materiale prodotto nelle Regioni;

sett. ’92-mar. 93

Consiglio generale

Il confronto e quindi una prima definizione di quanto emerso nelle Regioni avviene all’interno del Consiglio generale 1993 che si esprime su linee di indirizzo;

Cons. gen. 1993

Commissione

Riordino materiale e stesura bozza definitiva da inserire nei documenti preparatori del Consiglio generale 1994;

dicembre 1993

Consiglio generale

Delibera;

Consiglio generale ‘94

Commissione / Quadri

Riordino materiale ed eventuale adeguamento di Regolamenti e Statuto da inserire nei documenti preparatori del Consiglio generale 1995;

dicembre 1994

 

suggerisce

come fonti di lavoro:

-  il Patto Associativo (nella sua attuale formulazione);

-  i documenti che l’Associazione ha prodotto in questi anni;

-  gli allegati 6.7 a), 6.7 c) e 6.7 g) pubblicati su Agescout n. 4/1992

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Mozione 20/1992 "Modifiche allo Statuto - 1"

Agesci; Art. 1; Status giuridico; Statuto


Nuovo testo


 

Art. 1. - L’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (Agesci), costituitasi in Roma nel 1974 dall’unificazione dell’AGI e dell’ASCI, è una Associazione giovanile educativa che si propone di contribuire alla formazione dei ragazzi e delle ragazze secondo i principi ed il Metodo dello Scautismo ideato da Baden-Powell, adattato ai ragazzi nella realtà sociale italiana di oggi.

L’Agesci ha la sua sede nazionale in Roma.

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Mozione 21/1992 "Modifiche allo Statuto - 2"

Agesci; Art. 15; Associato (definizione); Capi gruppo; Comunità Capi; Statuto


Nuovo testo


Art. 15. - Gli adulti in servizio associativo presenti nel Gruppo formano la Comunità capi che ha per scopo:

a.    l’approfondimento dei problemi educativi;

b.    la formazione permanente dei Capi in quanto educatori;

c.    l’analisi e l’inserimento nell’ambiente locale per adottare una conseguente linea educativa;

d.    l’elaborazione e la gestione del Progetto Educativo, al fine di assicurare l’omogeneità e la continuità nell’applicazione del Metodo.

La Comunità capi nelle forme che ritiene più opportune:

a.    esprime tra i Capi della Comunità capi, un Capo e/o una Capo Gruppo (ambedue se si tratta di un Gruppo misto);

b.    affida gli incarichi di servizio nelle Unità;

c.    propone alla competente Autorità Ecclesiastica la nomina dell’Assistente Ecclesiastico di Gruppo e degli Assistenti Ecclesiastici di Unità;

d.    cura i rapporti con gli ambienti educativi nei quali vivono i ragazzi e le ragazze (famiglia, scuola, parrocchia, ecc.).

Il Capo Gruppo e la Capo Gruppo - d’intesa con l’Assistente Ecclesiastico di Gruppo e avvalendosi dell’aiuto della Comunità capi - curano in particolare:

a.    l’attuazione degli scopi e l’animazione della Comunità capi;

b.    i rapporti con gli altri Gruppi e l’Associazione, in particolare nell’ambito della Zona;

c.    la gestione organizzativa ed amministrativa del Gruppo. Il Capo Gruppo e la Capo Gruppo, congiuntamente, hanno la rappresentanza legale del Gruppo.

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Mozione 22/1992 "Modifiche allo Statuto - 3"

Agesci; Art. 19; Statuto; Zona


Nuovo testo
 

Art. 19. - Ogni tre anni i Responsabili di Zona convocano il Convegno Capi di Zona.

Ne fanno parte:

a.    con diritto di voto gli adulti in servizio educativo censiti nella Zona;

b.    con solo diritto di parola i Capi a disposizione.

Il Convegno Capi di Zona è convocato alfine di:

a.    leggere lo stato dell’Associazione;

b.    elaborare e deliberare in ordine al Progetto triennale di Zona, nonché verificare quello giunto a scadenza.

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Mozione 23/1992 "Modifiche allo Statuto - 4"

Agesci; Art. 20; Statuto; Zona


Nuovo testo
 

Art. 20. - I Capi e gli Assistenti Ecclesiastici censiti nella Zona costituiscono l’Assemblea di Zona.

Ne fanno inoltre parte:

a.    con diritto di voto ed elettorato attivo, gli adulti che hanno frequentato il Campo Nazionale di Branca ed ai quali la Comunità capi ha affidato il servizio di Capo Unità, come previsto dall’iter di Formazione capi;

b.    con solo diritto di essere eletti i Capi a disposizione. 

L’Assemblea è convocata almeno una volta l’anno per:

a.    verificare l’andamento del Progetto di Zona;

b.    esprimere indirizzi attraverso mozioni relativamente all’attuazione del programma di Zona;

c.    eleggere per un triennio tra i Capi censiti nella Zona i Responsabili di Zona al ruolo - e gli altri membri dei Comitato di Zona - al collegio;

d.    discutere le linee del Progetto Regionale e/o Nazionale;

e.    deliberare in merito ai conti consuntivo e preventivo.

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Mozione 24/1992 "Modifiche allo Statuto - 5"

Agesci; Art. 22; Statuto; Zona


Nuovo testo
 

Art. 22. - Il Comitato di Zona - organo esecutivo collegiale - è composto da:

a.    un Responsabile ed una Responsabile;

b.    un Assistente Ecclesiastico;

c.    da due a cinque Capi, con adeguata rappresentanza di entrambi i sessi, che assumeranno incarichi specifici in base al Progetto di Zona.

Il Comitato di Zona può avvalersi del supporto di Pattuglie e Incaricati che nominerà sotto la sua responsabilità.

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Mozione 25/1992 "Modifiche allo Statuto - 6"

Agesci; Art. 28; Regioni; Statuto


Nuovo testo
 

Art. 28. - Ogni tre anni i Responsabili Regionali convocano il Convegno Capi Regionale.

Ne fanno parte:

a.    con diritto di voto gli adulti in servizio educativo censiti nella Regione;

b.    con solo diritto di parola i Capi a disposizione.

Il Convegno Capi Regionale è convocato al fine di:

a.    leggere lo stato dell’Associazione;

b.    elaborare e deliberare in ordine al Progetto Regionale triennale, nonché verificare quello giunto a scadenza.

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Mozione 26/1992 "Modifiche allo Statuto - 7"

Agesci; Art. 29; Regioni; Statuto


Nuovo testo

 

Art. 29. - I Capi e gli Assistenti Ecclesiastici censiti nella Regione costituiscono l’Assemblea Regionale.

Ne fanno inoltre parte:

a.    con diritto di voto ed elettorato attivo gli adulti che hanno frequentato il Campo Nazionale di Branca ed ai quali la Comunità capi ha affidato il servizio di Capo Unità, come previsto dall’iter di Formazione capi;

b.    con solo diritto di essere eletti i Capi a disposizione.

Essa si riunisce, almeno una volta l’anno, al fine di:

a.    verificare l’andamento del Progetto Regionale triennale;

b.    esprimere indirizzi, attraverso mozioni, relativamente all’attuazione del programma regionale;

c.    discutere le linee del Progetto Nazionale, proporre argomenti ed esprimere un parere sull’ordine del giorno del Consiglio generale;

d.    deliberare in merito ai conti consuntivo e preventivo;

e.    eleggere per un triennio tra i Capi censiti nella Regione i Responsabili Regionali - al ruolo - e gli altri membri del Comitato Regionale - al collegio -;

f.     eleggere per un triennio i Consiglieri generali da scegliersi tra i Capi censiti nella Regione, salvaguardando un minimo del 30% al sesso minoritario.

I suddetti compiti in base e con le modalità stabilite dai Consiglio generale possono essere svolti da una Assemblea Regionale delegata.

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Mozione 27/1992 " Modifiche al Regolamento Organizzazione - 1"

Art. 9; Gruppo scout; Regolamento organizzazione; Zona


Nuovo testo
 

Art. 9. - È compito del Comitato di Zona autorizzare la formazione di un nuovo Gruppo e delle relative Unità:

-  ogni nuova Unità che nasce per iniziativa di una Comunità capi deve essere autorizzata dal Comitato di Zona, la nuova Unità deve ,far parte a tutti gli effetti dei relativo Gruppo scout; 

-  i Responsabili di Zona devono tempestivamente informare il Comitato Regionale di tutte le variazioni che intervengono per l’aggiornamento degli elenchi di cui all’art. 5;

-  sono accettati censimenti di nuovi Gruppi e unità solo se autorizzati entro il 28 febbraio dell’anno di censimento in corso.

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Mozione 28/1992 "Modifiche al Regolamento Organizzazione - 2"

Art. 15; Regolamento organizzazione


Nuovo testo


Art. 15 - In ogni caso, ai sensi dell’articolo 36 dello Statuto, è comunque ammesso l’ulteriore ricorso al Capo Scout e alla Capo Guida che decidono congiuntamente e definitivamente dopo aver sentito le parti interessate.


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Mozione 29/1992 "Modifiche al Regolamento Organizzazione - 3"

Art. 36; Consiglieri generali; Regioni; Regolamento organizzazione


Nuovo testo
 

Art. 36. - Nelle Assemblee Regionali, per l’elezione dei Consiglieri generali, ciascun elettore può esprimere un numero di preferenze non superiore ai 2/3 del numero dei Consiglieri da eleggere (se necessario l’arrotondamento si farà per eccesso).

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Mozione 30/1992 "Modifiche al Regolamento Organizzazione - 4"

Art. 39; Pattuglia nazionale; Regolamento organizzazione


Nuovo testo

 

Art. 39. - I Responsabili Centrali alla Formazione capi e gli Incaricati Nazionali alle Branche possono avvalersi della collaborazione di Pattuglie Nazionali: gruppi operativi posti sotto la loro responsabilità e costituiti da membri dell’Associazione scelti dai Responsabili Centrali alla Forma-zione Capi e dagli Incaricati Nazionali alle Branche, sentite le Regioni. Le Pattuglie Nazionali operano anche in collegamento con i relativi Incaricati Regionali con i quali si incontrano almeno tre volte l’anno.

Le Pattuglie Nazionali devono avere una reale possibilità di assumere impegni concreti e devono avere dimensioni numeriche tali da consentire agilità di lavoro, rapidità di comunicazione e possibilità di frequenti incontri.

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Mozione 31/1992 "Modifiche al Regolamento Organizzazione - 5"

Art. 41; Branca E/G; Dipartimenti nautici; Regolamento organizzazione; Scautismo nautico


Nuovo testo
 

Art. 41. - Possono censirsi in Associazione Reparti di Esploratori e di Guide nautici che seguono la particolare metodologia di Branca e che sono autorizzati dal Comitato di Zona competente.

Il Comitato centrale nomina per un triennio, su proposta degli Incaricati Nazionali alla Branca Esploratori-Guide, un Incaricato Nazionale al Settore Nautico che in stretto collegamento con la Branca E/G, coordina le attività dei Reparti Nautici e stimola, promuove e cura le iniziative e attività in acqua per tutte le Unità della Branca E/G.

L’Incaricato Nazionale al Settore Nautico, per l’organizzazione dei servizi e delle attività, si avvale dei Dipartimenti Nautici (strutture logistico-tecnico-operative), in cui operano Capi e Capo di provata esperienza.

I Capi Dipartimento sono nominati dagli Incaricati Nazionali alla Branca Esploratori-Guide su proposta dell’Incaricato Nazionale al Settore Nautico.

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Mozione 32/1992 "Modifiche al Regolamento Organizzazione - 6"

Art. 52; Quota associativa; Regolamento organizzazione


Nuovo testo
 

Art. 52. - La quota di censimento versata annualmente da ciascun socio per l’andamento dell’intera Associazione, è fissata - anche in misura differenziata - dal Consiglio generale che ne stabilisce altresì i criteri di ripartizione tra la gestione associativa centrale e le strutture locali.

Solo il pagamento di essa costituisce diritto per ogni associato all’ottenimento delle prestazioni e dei servizi previsti dal Consiglio generale con l’approvazione del conto preventivo (assicurazione infortuni, stampa associativa, ecc.).

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Mozione 33/1992 "Modifiche al Regolamento Organizzazione - 7"

Art. 55; Organizzazione [Settore]; Pattuglia nazionale; Regolamento organizzazione


Nuovo testo
 

Art. 55 - Per un migliore svolgimento del suo servizio, il Responsabile Centrale all’Organizzazione può avvalersi della collaborazione di una Pattuglia Nazionale costituita da persone da lui scelte tra i membri e non dell’Associazione.

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Mozione 34/1992 "Modifiche al Regolamento Organizzazione - 8"

Art. 56; Commissione Economica; Modalità operative; Regolamento organizzazione


Nuovo testo
 

Art. 56 - A livello centrale è costituita una Commissione Economica composta di cinque membri dell’Associazione, eletti dal Consiglio Generale anche al di fuori di esso, fra i Capi provvisti di specifica esperienza e capacita professionale.

I componenti eleggono, al loro interno, il Presidente della Commissione.

Le funzioni della Commissione Economica, da esercitare in collaborazione e coordinamento con il Responsabile Centrale all’Organizzazione e con la Segreteria Amministrativa del Comitato Centrale, sono di due ordini:

1.         fornire al Consiglio generale elementi di valutazione della gestione economica-amministrativa e delle sue linee di evoluzione, in rapporto agli scopi educativi dell’Associazione, mediante una relazione annuale, da inviare tempestivamente ai Consiglieri;

2.         garantire gli associati, ed i legali rappresentanti dell’Associazione, sulla corretta gestione amministrativa. Allo scopo di assolvere il primo ordine di funzioni, la Commissione è incaricata di svolgere i seguenti compiti:

a.    seguire costantemente la gestione amministrativa dell’Associazione, a livello centrale, verificando l’esatta interpretazione degli orientamenti espressi in materia dal Consiglio generale ed in ordine al rispetto delle decisioni assunte;

b.    assistere il Comitato centrale, anche per mezzo della collaborazione con gli Uffici amministrativi dell’Associazione, in materia di politica economica e di amministrazione dei beni;

c.    vigilare sull’andamento gestionale ed amministrativo delle strutture societarie commerciali e non, istituite a livello centrale;

d.    esaminare le risultanze dei rendiconti regionali. Allo scopo di assolvere il secondo ordine di funzioni, la Commissione è altresì incaricata di:

e.    seguire costantemente la gestione contabile dell’associazione, a livello centrale, mediante l’esame di tutta la relativa documentazione;

f.     verificare le risultanze del conto consuntivo predisposto dal Comitato centrale, anche per mezzo di controlli periodici occasionali, sulla consistenza di cassa e dei conti bancari e postali;

g.    vigilare sull’osservanza delle disposizioni e sul rispetto delle formalità di legge.

I componenti la Commissione durante il loro mandato non possono ricoprire incarichi nell’ambito del Comitato centrale e dei Comitati regionali; essi durano in carica per un triennio con scadenze alternate (tre membri e due membri).

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Mozione 35/1992 "Modifiche al Regolamento Organizzazione - 9"

Art. 59; CNUD; Modalità operative; Regolamento organizzazione


Nuovo testo
 

Il Comitato Permanente Forniture è composto da:

a.    sei membri eletti dal Consiglio generale, curando che vi sia una armonica rappresentanza tra membri che sono o sono stati impegnati nelle Rivendite Ufficiali Scout e membri che hanno svolto o svolgono servizio associativo;

b.    il Responsabile Centrale all’Organizzazione, o in sua vece da persona di nomina del Comitato centrale, che lo presiede.

I membri eletti durano in carica tre anni e la loro scadenza è regolata in modo da sostituirne ogni anno due. L’eventuale membro di nomina del Comitato centrale dura in carica tre anni.

Il funzionamento del Comitato è disciplinato da apposito Regolamento interno (vedi allegato C).

Il Comitato Permanente Forniture si riunisce almeno una volta l’anno con i responsabili delle Rivendite Ufficiali Scout onde assicurare il proprio collegamento con la realtà operativa locale.

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Mozione 36/1992 " Modifiche al Regolamento del Consiglio generale - 1"

Art. 1; Consiglio Generale; Regolamenti


Nuovo testo
 

Art. 1. - Il Consiglio generale dell’Agesci è composto dai membri indicati nell’art. 38 dello Statuto dell’Associazione.

Un apposito registro, con l’indicazione del nome e domicilio dei Consiglieri generali, è compilato e annualmente aggiornato a cura del Comitato centrale.

Quando un Consigliere generale tra quelli eletti dall’Assemblea Regionale, per una qualsiasi ragione, non può esercitare il relativo mandato - compreso il caso in cui divenga membro di diritto del Consiglio generale - viene sostituito dal primo dei non eletti della sua Regione, fino alla successiva assemblea.

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Mozione 37/1992 "Modifiche al Regolamento del Consiglio generale - 2"

Art. 6; Consiglio Generale; Regolamenti


Nuovo testo
 

Art. 6. - Per l’esame preliminare di eventuali mozioni il Consiglio generale nomina, all’inizio della sessione e su proposta dei Presidenti, un Comitato delle Mozioni composto da un presidente e due membri.

I Consiglieri che intendono proporre mozioni debbono depositarne il testo scritto presso il Comitato delle Mozioni, che, d’intesa con i presentatori, vi apporta, ove necessario, modifiche formali o destinate a chiarirne il senso e coordina fra di loro più mozioni di contenuto analogo.

I Presidenti possono mettere ai voti una mozione per punti separati, sia di ufficio che su richiesta di uno o più Consiglieri.

Qualora sul medesimo argomento siano presentate più mozioni, esse vengono messe ai voti iniziando da quella che, se approvata, modificherebbe più radicalmente la situazione esistente. Il relativo giudizio è rimesso ai Presidenti.

Qualora su una mozione vengano presentati uno o più andamenti essa viene messa ai voti dapprima nella forma emendata, iniziando se del caso dall’emendamento che, a giudizio dei Presidenti, appare il più radicale.

Se tutti gli emendamenti vengono respinti, la mozione viene messa ai voti nel testo originario.

Nessuno può parlare due volte su una mozione (eccetto che per domande di chiarimento o mozioni d’ordine), salvo il proponente per la replica al termine del dibattito.

Il Consiglio generale, nel prendere decisioni la cui realizzazione comporti oneri economici, indicherà - sentito il Responsabile Centrale all’Organizzazione - il limite di spesa e i criteri di reperimento dei fondi (capitoli di bilancio e/o eventuali nuove entrate).

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Mozione 38/1992 "Modifiche al Regolamento del Consiglio generale - 3"

Art. 12; Consiglio Generale; Regolamenti


Nuovo testo
 

Art. 12. - Per l’elezione dei membri del Comitato centrale che decadono dal mandato, il Comitato centrale dovrà proporre un numero di candidati non inferiore al numero dei posti da coprire. I Consiglieri generali potranno proporre altri nomi come candidati.

Resta impregiudicata l’eleggibilità di qualsiasi Capo dell’Associazione indipendentemente dalle candidature. 

La votazione per l’elezione del Capo Guida, del Capo Scout e dei membri del Comitato centrale è preceduta, nel primo giorno dei lavori, da una discussione in cui i proponenti illustrano le ragioni delle candidature proposte.

Nel corso della sessione del Consiglio generale dovrà essere diffuso l’elenco dei candidati, secondo modalità stabilite dai Presidenti, previa verifica della disponibilità. Il termine per la presentazione delle candidature è stabilito dai Presidenti e reso noto nel primo giorno dei lavori; in nessun caso potranno essere presentate candidature dopo la dichiarazione di apertura dei seggi.

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Mozione 39/1992 "Modifiche al Regolamento del Consiglio generale - 4"

Art. 14; Commissione Economica; Consiglio Generale; Regolamenti


Nuovo testo
 

Art. 14. - La Commissione Economica, dopo aver effettuato il riscontro della gestione finanziaria e contabile ed aver rivisto i conti preventivi e consuntivi, esprime la sua valutazione redigendo una relazione che viene letta in Consiglio generale, subito dopo la relazione del Responsabile Centrale all’Organizzazione. Su questa, come ovviamente su ogni altra notizia di carattere delicato, ogni Consigliere è tenuto ad un prudente riserbo.


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