Con voglia di fare e forti emozioni si è aperto il 49° Consiglio generale.
Portando all’altare la Croce di Cutro, realizzata con i legni della barca naufragata il 26 febbraio scorso, è iniziata la cerimonia dell’assemblea annuale dell’AGESCI.
Perché quello che è accaduto non sia spazzato via come i legni di quel barcone.
Alla cerimonia iniziale è intervenuto padre Alex Zanotelli che si è rivolto ai giovani: “Chi vi dice che siete il futuro… il futuro non esiste, voi siete l’unico presente che abbiamo e tocca a voi cambiare radicalmente tutto, datevi da fare ragazzi, perché è questione di vita o di morte, tocca a voi difendere la vita su questo pianeta”.
La testimonianza del gruppo Modica 1 che ha scelto come Comunità capi di sostenere i corridoi umanitari, accogliendo un anno fa una famiglia siriana, ci ha ricordato come, in tante forme, le guide e gli scout sono tutti i giorni a servizio di un mondo migliore.
I Responsabili regionali di AGESCI Emilia Romagna, raccontando le difficoltà che il loro territorio sta affrontando in questo momento a causa della crisi climatica, hanno espresso gratitudine per quanti scout e non, stanno facendo del proprio meglio ogni giorno, affrontando l’emergenza con enorme solidarietà e capacità di fare comunità.
“Sono due testimonianze – hanno affermato Daniela Ferrara e Fabrizio Marano Capo Guida e Capo Scout d’Italia, dando avvio ai lavori del CG – del fatto che insieme possiamo e vogliamo costruire un mondo migliore, con lo stile del servizio. Che la nostra idea di stabilità risiede nella cura delle relazioni. Che la nostra identità assume pienezza se supera i confini delle nostre appartenenze. Dobbiamo costruire questo villaggio insieme, perché tutti siamo responsabili del tempo che viviamo. Dobbiamo interpellare i giovani, ascoltarli, costruire con loro. Come ci ha detto il Presidente Mattarella qualche giorno fa, guardiamo al domani con uno sguardo nuovo, guardiamo al futuro con lo sguardo dei giovani”.
Emozioni, ricordi e testimonianze per l’avvio della celebrazione degli 80 anni dell’AGI, prima con un video con le interviste alle protagoniste di quel momento fondativo, poi con le parole di Lucina Spaccia. “Essere guida per me ha sempre significato natura, gioia, amicizia e fede. Avevo 15 anni nel 1966 quando ho fatto la mia promessa e il mio reparto era appena nato, ma mi apriva letteralmente il mondo, rispondendo al bisogno di avventura, autonomia e scoperta. Quando nel 1943 veniva pronunciata clandestinamente la promessa della prima squadriglia, queste persone riuscivano a immaginare un futuro diverso per le ragazze e le bambine, proprio nel momento buio del fascismo. La nascita del guidismo nelle catacombe la trovo di una bellezza, di un coraggio, di una forza straordinaria. Mi permetto oggi di paragonare quelle donne alle 21 Madri costituenti.“
Dopo l’inizio dei lavori delle Commissioni, nella giornata iniziale anche le relazioni del Comitato nazionale, della Fiordaliso, della Commissione economica e del Collegio giudicante nazionale, dell’Ente Mario di Carpegna e del Gruppo Paritetico cooperative con le deliberazioni su centri studi e ricerche, rapporti con l’Associazione Italiana Castorini, la modifica del Regolamento di Branca Lupetti e Coccinelle e sulla presenza degli R/S negli interventi di Protezione civile.
La serata è stata dedicata alla Route nazionale delle Comunità capi 2024 con la presenza dello scrittore Marco Balzano che ha vinto – tra gli altri – il Premio Elba, il Premio Bagutta, il Premio Mario Rigoni Stern, e che è stato finalista al Premio Strega. Ha parlato di Felicità, tema del suo ultimo libro e della nostra Route nazionale che si terrà nel 2024: una parola di cristallo, che muta svariate volte nel corso della vita poiché a cambiare siamo prima di tutto noi con il nostro orizzonte di desiderio.
Definirla, quindi, non è impresa da poco, ma può rivelarsi un’avventura avvincente.
Foto di Matteo Bergamini e Andrea Pellegrini
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