Il 29 maggio si è svolto il seminario on-line dell’Osservatorio permanente Accoglienza dei ragazzi di altre religioni. Alcune Comunità capi che hanno effettivamente accolto e hanno risposto al questionario lanciato al convegno Zone di Loppiano, erano presenti a raccontare le opportunità reciproche dell’accoglienza.
Prima di tutto i volti dei ragazzi intervistati sulla loro esperienza nello scautismo hanno portato il soffio del vento di questo tempo: viviamo in una società multiculturale e multireligiosa che ci chiede di spenderci nel creare spazi di incontro reale e di dialogo, come il Vangelo ci insegna e la Fratelli Tutti di papa Francesco ci ricorda. Oggi la presenza di bambini di origini straniere nei nostri gruppi non rispecchia la realtà del territorio italiano e quella che è la situazione nelle scuole, dove i nostri ragazzi vivono come normalità e naturalezza la presenza di compagni e compagne di altre culture.
Nel dialogo con alcune Comunità capi presenti si sono affrontate alcune questioni centrali, come il rapporto con il territorio e con le famiglie, le particolarità della presenza di bambini e ragazzi di altre religioni rispetto al percorso educativo in generale e in particolare per la proposta cristiana nelle unità, fino al confronto attorno alla Promessa e alla Partenza.
Vi sono state sottolineature diverse, quelle della vita reale, delle differenti appartenenze e delle costanti attenzioni al rispetto di tutti. Sono temi che aprono riflessioni e rimandano al Patto Associativo, che afferma: “…cogliamo come occasione di crescita reciproca l’accoglienza nelle unità di ragazze e ragazzi di altre confessioni cristiane, nello spirito del dialogo ecumenico, e di altre religioni, nell’arricchimento del confronto interreligioso. È un dono che interroga l’associazione su come coniugare accoglienza e fedeltà all’annuncio del messaggio evangelico, consapevoli che in Cristo tutta la realtà umana ed ogni esperienza religiosa trovano il loro pieno significato.”
Questo tempo pone molte sfide all’Associazione, alle Comunità capi, a ciascuno: saper essere specchio del territorio e rispondere ai bisogni educativi di bambini e bambine, ragazze e ragazzi che vi appartengono, accogliere il dono reciproco di costruire insieme una società capace di “amicizia sociale”, affrontare gli snodi esistenti con lo stile dello scouting e del discernimento: osservare, interpretare e agire, con gli occhi, la mentalità e il cuore di Gesù.
Attivare processi di accoglienza di bambine e bambini, ragazze e ragazzi di altre religioni genera le condizioni per educare all’esercizio della convivenza tra culture e religioni, preparando così i ragazzi ad essere compiutamente buoni cittadini, capaci di creare ponti “a doppio senso di marcia” e coesione sociale nel mondo sempre più frammentato e multiculturale. Abbiamo bisogno, come Associazione, di arricchire l’educazione del buon cittadino della capacità di esercitare la convivenza tra culture, in una prospettiva di reciproco arricchimento, che non cerca di trasformare, assimilare o inglobare, ma di cogliere la bellezza dell’incontro.
In quest’ottica l’accoglienza di ragazzi di altre religioni, normalmente di origine straniera, è un’occasione privilegiata sia per rispondere ai bisogni educativi di un territorio, rimarcando la nostra volontà a essere associazione di frontiera, sia per riempire di significato la nostra vocazione di scout educatori cristiani. Oggi la chiamata educativa è aiutare i ragazzi a stare nella complessità, che passa anche dalla capacità di essere accoglienti e rispettosi di altre identità culturali e religiose, in una visione in cui l’incontro di diversità è qualcosa di arricchente e generativo.
È possibile rendere la frontiera terreno vivo, capace di generare, quindi dare vita a qualcosa di altro in cui assieme si possa trarre beneficio? Con difficoltà si riesce a guardare oltre la frontiera, laddove regna l’ignoto e territori ritenuti difficili perché sconosciuti. Oltrepassare la frontiera significa uscire dal proprio spazio di confort e saper incontrare l’altro sulla soglia.
Oggi le frontiere sono soglie dove incontrarsi, possiamo … Imparare accogliendo, essere profeti di questo tempo.
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