L’unica esplosione ammessa è quella dei concetti. Nel corso del primo momento formativo aperto a tutti i capi del Convegno Assistenti “Vita cristiana, esperienza del Risorto”, don Valentino Bulgarelli, Assistente Ecclesiastico Nazionale di Branca LC e Direttore dell’Ufficio catechistico Nazionale, ha condiviso in questo convegno «diffuso nel tempo e nello spazio» rilevanti riflessioni sul senso di “educare alla vita cristiana”, soprattutto in una stagione, quella del Covid-19, che non è più un’emergenza, ma oramai una situazione consolidata.
Un tempo, osserva don Valentino, di discernimento, nel quale scegliere cosa abbandonare e cosa questo tempo ci sta suggerendo. Si, perché il lockdown sopraggiunto in piena Quaresima – evidenzia l’osservatorio dell’Ufficio Catechistico diretto da don Valentino – ha provocato una scossa, una riscoperta dell’Anno Liturgico, ha in qualche modo reso necessario il ritorno alle fonti e necessariamente portato le comunità del territorio ad una poderosa accelerazione della descolarizzare della catechesi, uscendo in maniera decisiva dal concetto: «…si è sempre fatto così…».
Il filo rosso della serata corre inesorabile sulle parole di Evangelii Gaudium di Papa Francesco. L’esplosione di concetti colora il pensiero attraverso frasi semplici ma solide: «Il linguaggio della catechesi è vero quanto si racconta ciò che si è», perché in una catechesi non devono esserci esperienze inutili che non hanno nulla a che fare con il quotidiano. Gli effetti collaterali sono racchiusi in un concetto drammaticamente semplice: si allontana la Fede dalla vita, il «Vangelo così non diventa Stile».
Ma come dunque “educare alla fede”? E’ il gioco di sapersi affidare e l’anello di congiunzione con le nostre attività si sviluppa appunto sulla “fiducia”, concetto forse provato da mesi di lontananza e di limitazioni. Ma per poter lavorare sulla “fiducia” è dunque necessario porsi le giuste domande, come Cristiani. «Finchè faremo finta che va tutto bene non andremo da nessuna parte – osserva don Valentino – Fa impressione come nel corso del primo lockdown la preoccupazione di tanti era quando poter cominciare a celebrare di nuovo la Messa in presenza. Capisco la preoccupazione certamente legittima ma forse – continua don Valentino –la domanda giusta è “Come poter aiutare chi soffre”». Perché, si conclude, educare alla vita cristiana vuol dire prendersi cura della persona, per quella che è e per farlo è necessario mettere in essere gli affetti, perché – comunque – le vere ferite sono quelle affettive.
di Alessio Pittari
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