A San Rossore, il viale che collega le Cascine Vecchie alle Cascine Nuove viene da oggi intitolato alle Aquile Randagie. Quello stesso viale che è stato percorso in lungo e in largo dagli oltre 30 mila partecipanti alla route diventa un luogo dove simbolicamente viene passato il testimone del coraggio tra generazioni. Qui si incontrano gli scout che ieri si sono ribellati alle ingiustizie del regime fascista con i giovani che oggi fanno del loro meglio per compiere le proprie azioni di coraggio nel nostro Paese.
Un incontro non solo puramente simbolico. Giampaolo Mora, una delle Aquile Randagie alle quali viene dedicato il viale, è presente e testimonia direttamente la sua esperienza ai molti scout che affollano la Sala Gronchi della Tenuta di San Rossore.
Infatti, in contemporanea con la cerimonia di intitolazione della strada è stato promosso un convegno dal titolo “I giovani e il coraggio: dalle Aquile Randagie alla Route nazionale” al quale, oltre a Giampaolo Mora partecipano anche il sindaco e il vice sindaco di Pisa, Marco Filippeschi e Paolo Ghezzi, il presidente della fondazione “Monsignor A. Ghetti – Baden”, Agostino Migone, gli incaricati nazionali AGESCI della branca Rover e Scolte Elena Bonetti e Sergio Bottiglioni e i rappresentanti del Cngei e dell’AGESCI pisani.
Proprio nel luogo e nel giorno dove nel 1938 Vittorio Emanuele III firmò le leggi razziali, oggi si parla del coraggio di chi si è messo in gioco pur sapendo cosa rischiava. Daino, questo il soprannome di Giampaolo Mora, fa l’intervento più atteso e più partecipato. Ricorda la figura di don Ennio Bonati, che lo ha introdotto allo scautismo e di Giulio Uccellini, detto Kelly, che definisce “lo scout perfetto”. Con semplicità, racconta di quando, poco più che dodicenne, faceva la staffetta per i partigiani a Parma “perchè avevo i calzoni corti” e di O.S.C.A.R., l’organizzazione composta da scout che si occupava di far espatriare dissidenti, ebrei ed ex prigionieri in Svizzera, a rischio della vita sia di coloro che organizzavano la fuga che di quelli che fuggivano.
Una testimonianza dovuta, affinchè i giovani di oggi, rappresentati in questa occasione da Edoardo Sozzi, rover di Pisa, possano seguire il percorso tracciato da chi ha compiuto azioni di coraggio restando sempre fedele a ciò in cui crede e ribelle contro le ingiustizie che la società può presentare.
Un significato in più da aggiungere alla targa che indica il viale e al pannello che racconta la storia delle Aquile Randagie all’interno del Parco. Un esempio di coraggio col quale tutti i Rover e le Scolte che hanno partecipato alla Route nazionale dovranno provare a confrontarsi per “fare semplicemente quello che si doveva fare” per rendere il mondo un po’ migliore di così.
Il momento dello svelamento della targa
Foto di gruppo di fronte al nuovo cartello
Testo e Foto di Gianluca Ermanno dal sito di camminiamoinsieme
Si ringrazia Giacomo Bindi per le fotografie della galleria
Nessun commento a "A San Rossore si inaugura il Viale delle Aquile Randagie"
I commenti sono moderati.
La moderazione potrà avvenire in orario di ufficio dal lunedì al venerdì.
La moderazione non è immediata.
I tuoi dati personali, che hai fornito spontaneamente, verranno utilizzati solo ed esclusivamente per la pubblicazione del tuo commento.